Santa Lucia e Golosine, destini incrociati. Le iniziative con il progetto «Lacci». Una cordata di associazioni con ProgettoMondo

I quartieri di Santa Lucia e Golosine, in questi giorni, si sono risvegliati con una serie striscioni arancioni che hanno corretto un errore ortografico di partenza. L’h volutamente mancante nella campagna di sensibilizzazione «non anno colpa», rappresentava il provocatorio errore ortografico di partenza, per evidenziare la necessità di supportare in rete il benessere delle giovani generazioni. Ora l’h è stata aggiunta, dopo un processo innescato dal progetto Lacci, selezionato dall’impresa sociale «Con I Bambini» nell’ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile. La cordata di associazioni, con capofila Progettomondo, in due anni di lavoro ha fatto squadra e si è progressivamente ampliata per avviare una comunità educante attiva e propositiva, in grado di garantire a bambine, bambini, ragazze e ragazzi la possibilità di realizzare il futuro che sognano. La comunità si è ritrovata al Centro Culturale 6 maggio 1848, in via Mantovana, per fare il punto, ribadire quanto sia fondamentale far crescere i minori in un tessuto sociale in cui i valori di famiglie, scuole, associazioni e istituzioni siano affini e riescano a orientarli. «Nei mesi si è costituito un gruppo di lavoro sempre più ampio e partecipato per arrivare a evidenziare che una comunità educante che agisce in modo efficace riesce a rispondere in modo altrettanto efficace alla povertà educativa», dichiara la referente di Lacci per Progettomondo, Marina Lovato. «Dopo il lavoro di ascolto e condivisione rispetto ai bisogni educativi che si percepiscono nei due quartieri dell’ovest veronese, dobbiamo chiederci come continuare a essere comunità educante». Tra gli strumenti di lavoro primari, Dinha Dos Santos Rodrigues di Terra dei Popoli, individua la mediazione linguistica culturale. «Santa Lucia e Golosine sono quartieri dei destini incrociati perché alla loro ricchezza sociale e culturale legata all’auto associazionismo degli autoctoni si aggiungono moltissimi gruppi e comunità di migranti che li rendono più interessanti e sfidanti per le relazioni», afferma. «Bisogna immaginare percorsi e spazi che possano accogliere tutte le differenze e, attraverso scambi e relazioni di fiducia, rendano più ricco un territorio già tanto interessante. La mediazione è fondamentale per connettere persone e generazioni. C’è una violenza sistemica che non vediamo ma che è sempre presente e ci perseguita. Molti migranti arrivano da percorsi coloniali e già lo sguardo che si posa su di loro conta molto, come pure la condivisione della storia dei loro Paesi, dell’identità che li contraddistingue. Stando nel gioco della differenza i destini incrociati possono rifondare la vita di un territorio». Pierpaolo Inserra, ricercatore sociale e formatore, ritiene che il tema delle comunità educanti sia caldissimo. «Siamo di fronte al paradosso che, se da un lato sempre più leggi sviluppano pratiche collaborative, come la co-programmazione o la co-progettazione prevista dalla riforma del terzo settore, dall’altro viviamo una fase di lenta regressione nella capacità di stare insieme», fa notare. «Il vero problema è Individuare ostacoli, resistenze, difficoltà di carattere culturale, organizzativo, operativo che entrano in gioco nel permettere che la comunità educante si possa davvero sviluppare. Bisogna essere attenti agli orientamenti legislativi e amministrativi per sviluppare patti di comunità, collaborativi, e serve come non mai stare attenti ai processi, favorire le relazioni con una capacità di negoziare, di far tacere conflitti non dichiarati, snellendo e fluidificando rapporti e relazioni per compattare le reti». «Dobbiamo sostenere e promuovere processi partecipativi sia che nascano dai singoli che dalle associazioni», sono le parole di Lisa Lanzoni, responsabile del Servizio dedicato ai Patti di Sussidiarietà del Comune di Verona, che ha presentato una carrellata di patti nati proprio per garantire luoghi di confronto e di espressione alla collettività.