Lo Stato s’inchina. Scoppia anche la polemica con la Salis. Per l’europarlamentare c’è povertà crescente. Il leghista Borchia: «Ignora gli sforzi» Il presidente della Repubblica Mattarella, con il presidente della Camera Fontana e la premier Meloni domani a Padova per i solenni funerali dei tre carabinieri rimasti uccisi. Ora i tre fratelli Ramponi devono rispondere di reato di strage

II Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, ha incontrato a Padova, nella sede del Comando interregionale dei Carabinieri, i familiari dei tre militari dell’Arma caduti in servizio a seguito dell’esplosione avvenuta a Castel d’Azzano. Nel commosso incontro, il Presidente Fontana ha espresso le più sentite condoglianze, a nome suo personale e della Camera dei deputati, manifestando il cordoglio e la vicinanza di tutto il Paese per l’estremo sacrificio del brigadiere capo qualifica scelta Valerio Daprà, del carabiniere scelto Davide Bernardello e del luogotenente Marco Piffari. Domani, venerdì 17, i funerali di Stato si svolgeranno nella Basilica di Santa Giustina a Padova alle 16. Alle esequie ci sarà il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Al funerale prenderà parte anche il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana. Annunciata infine la presenza della premier Giorgia Meloni. Intanto le condizioni dei tre pazienti feriti nello scoppio di Castel d’Azzano restano stazionarie. Proseguono i trattamenti e nel pomeriggio è stata sciolta la prognosi per il militare ricoverato al Centro grandi ustionati. Restano invece riservate le prognosi per le due persone nelle Terapie intensive. Nei reparti dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona all’ospedale di Borgo Trento sono ricoverati due militari dell’Arma dei Carabinieri e la Ramponi. Per tutti e tre, i problemi maggiori derivano dagli esiti dello scoppio, con ustioni profonde ma non cosi estese da generare un pericolo per la vita. Mentre l’inchiesta della Procura di Verona va avanti con l’accusa di strage, esplode la polemica partitica. Ad accendere la miccia ci pensa l’eurodeputata Ilaria Salis, appena ”salvata” a Strasburgo. Ecco il post di Ilaria Salis: «In questi giorni la crisi abitativa e la povertà crescente sono tornate drammaticamente al centro della scena, da Sesto San Giovanni e Castel d’Azzano. Alla radice di quei gesti disperati e terribili c’è una questione sistemica: la negazione di un diritto fondamentale, che genera sofferenza e disagio in fasce sempre più ampie della popolazione. E se la politica continuerà a non affrontare la cause profonde di questa crisi, dovrà considerarsi corresponsabile insieme a quel capitalismo che ha trasformato la casa da bene essenziale a bene speculativo – di ciò che di orribile accade. E dovrà assumersene la responsabilità politica. Perchè avere la sicurezza di un tetto sopra la testa non può essere un privilegio di classe: è condizione essenziale per una vita dignitosa e felice». Le parole hanno scatenato la reazione del segretario provinciale della Lega Paolo Borchia, secondo il quale «le dichiarazioni dell’eurodeputata di Avs sono inaccettabili dal punto di vista umano e politico, perché sono frutto dell’ignoranza del contesto in cui maturano. Il Comune di Castel d’Azzano, quindi l’amministrazione e i servizi sociali, seguivano da vicino questa famiglia proponendo soluzioni e cercando di aiutarli. Le esternazioni della Salis ignorano totalmente gli sforzi messi in campo dalla Giunta del Comune e dai servizi al sociale deputati all’aiuto».