Scuole, Messe, vacanze: che errori! Polemiche accese dopo il decreto di Conte che non ha affrontato temi essenziali

L’Italia riparte con il decreto firmato dal premier Conte ma con prudenza e gradualità per evitare una ripresa dei contagi. Oggi riaprono i cantieri pubblici e le aziende votate all’export, ma la vera fase 2 scatterà il 4 maggio, con una maggiore libertà di movimento nel rispetto dei protocolli di sicurezza. Solo allora riaprirà la maggior parte delle attività produttive, ma i negozi dovranno attendere il 18 maggio, parrucchieri ed estetisti l’inizio di giugno.

Ma non mancano le polemiche. Il nodo delle scuole ma anche quello delle seconde case o ancora la questione delle messe, sono diversi i punti sui quali arrivano critiche alle misure messe in campo dal governo per la fase due. Dubbi dai governatori ma anche da Iv che parla di ‘poco coraggio’ da parte dell’esecutivo.

In Veneto una nuova ordinanza consente da oggi l’attività motoria in tutto il territorio del Comune di residenza e viene consentito lo spostamento verso le seconde case o le barche.

Per la fase 2 “bisogna ancora cercare di limare un sacco le regole”, ha detto il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, commentando il nuovo provvedimento del Governo. Per Fontana, intervistato da Centocittà, su Rai Radio 1, “ancora non si è entrati nel merito di alcuni problemi che secondo me sono assolutamente fondamentali, come per esempio l’obbligatorietà o meno dell’uso delle mascherine, come faranno i genitori a tenere casa i riparo bambini se entrambi lavorano, essendo chiusi tutti gli asili nido e le scuole e anche presumibilmente i centri estivi”..

“Sulla scuola e su come le famiglie dovranno organizzarsi siamo delusi, non abbiamo ancora capito cosa succede, abbiamo chiesto un ulteriore incontro alla ministra Azzolina che mi auguro avvenga questa settimana, altrimenti dopo il cartellino giallo tiro fuori il cartellino rosso”. Così Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni. “Abbiamo capito che l’apertura delle scuole comporta un rischio evidente, ma vogliamo capire col governo quali saranno gli strumenti a sostegno delle famiglie e abbiamo bisogno di linee guida e risorse per riaprire i centri estivi”, ha aggiunto Bonaccini.

“Sulle messe, hanno ragione i vescovi: si facciano in sicurezza”. Lo ha scritto su Facebook Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, commentando le misure del nuovo Dpcm . “Penso che si potesse fin da subito – ha aggiunto Rossi – senza aspettare il 4 maggio, fare di più per le attività fisiche individuali all’aperto, per i bambini, per gli anziani e per tutti noi”. Inoltre, ha sottolineato il governatore, “se c’è l’obbligo delle mascherine spetta allo Stato garantirle e erogarle ai cittadini. Infine, si sarebbe potuto graduare le aperture regione per regione tenendo conto del quadro epidemiologico”.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel discorso di ieri in cui ha illustrato le prime misure per la fase 2 non ha chiarito come “aiuteremo le famiglie i cui genitori potranno tornare a lavorare e dove ci sono bambini piccoli”. Lo ha sottolineato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, nel consueto video sulle sue pagine social. “Vi segnalo che a Milano ci sono 120 mila nuclei familiari con bambini fino a 14 anni. – ha aggiunto – Ecco non è chiaro come li aiuteremo e quello è importantissimo”.

E anche all’interno dello stesso governo arriva qualche voce critica. “Chi è lo Stato per decidere se andare a trovare un cugino e non la fidanzata? Queste norme sono incomprensibili”. Così il leader di Iv Matteo Renzi a Tgcom24 che annuncia: “Dirò la mia a Conte giovedì in aula al Senato”. “Questo decreto – aggiunge – non è che io lo posso cambiare come senatore: farei un bell’emendamento. Ma perché il premier ha scelto di fare un Dpcm e non un decreto legge? Se fosse così lo cambieremmo ma invece non è così”.

Quindi, la scuola, la questione delle messe, ma anche le vacanze, altro tema dimenticato da Conte. “Si continua a dire che il turismo è essenziale per il nostro paese e non c’è traccia di vacanze nel decreto di Conte. E’ un’assenza molto grave anche questa e che non aiuta le Regioni ad avere una linea unitaria.