E’ notizia di questi giorni la separazione tra la campionessa di ritmica Sofia Raffaeli e la sua allenatrice Claudia Mancinelli. Meno di un anno fa i frame della Mancinelli alle prese con il ricorso, per il punteggio assegnato all’azzurra ai Giochi, poi vinto con la prima medaglia a cinque cerchi per un’individualista italiana divennero subito virali. Un duo quello Raffaeli-Mancinelli che ha fruttato in soli due anni di collaborazione decine di podi in Coppa del Mondo e 9 medaglie internazionali, fino agli ultimi Europei di Tallinn di giugno. Il nuovo cambio di guida tecnica, per la più forte ginnasta italiana che già nel 2023 si era separata dalla sua storica allenatrice Julieta Cantaluppi, scuote l’ambiente e non solo. Come mai? Perché il rapporto biunivoco tra coach e atleta è estremamente importante e per funzionare deve basarsi sulla fiducia reciproca. Il coach è una figura fondamentale dal punto di vista psicologico, sia nello sport che nella vita professionale, in quanto rappresenta colui che guida, supporta e motiva l’atleta, aiutandolo a migliorare le proprie performance e a raggiungere i propri obiettivi. Un coach efficace aiuta a coltivare le risorse mentali per il successo, l’equilibrio emotivo e la crescita personale. Il coach capace permette di mantenere alta la motivazione, soprattutto nei momenti difficili. È in grado di riconoscere e rinforzare i progressi. Aiutare a superare la frustrazione e la demoralizzazione. Stimolare la voglia di migliorarsi continuamente. Il coach fornisce strumenti e strategie per affrontare l’ansia da prestazione, la paura del fallimento e protegge dalle pressioni esterne (come aspettative sociali o familiari). Un buon coach aiuta l’atleta a credere di poter affrontare nuove sfide e rinforza la percezione del controllo sulla propria performance. Il coach guida nel fissare obiettivi chiari, realistici e misurabili, il che: riduce il disordine mentale, aumenta la focalizzazione e favorisce la soddisfazione personale quando si raggiungono i traguardi. Affrontando fallimenti e difficoltà insieme al coach, l’atleta impara a vedere gli errori come opportunità di crescita e a rimanere mentalmente forte anche nei momenti più critici. Il coach, inoltre, funge spesso da specchio in quanto fornisce feedback costruttivi e favorisce l’autoconsapevolezza. . Il coach è importante per l’atleta ma anche l’atleta lo è per il coach. Ogni atleta rappresenta infatti una sfida unica e irripetibile, presentandosi con caratteristiche fisiche, mentali ed emozionali diverse. Lavorare con diversi atleti porta il coach a migliorare continuamente le proprie competenze tecniche e relazionali. Vedere l’atleta crescere e raggiungere obiettivi restituisce al coach una potente gratificazione personale. L’atleta, se motivato e coinvolto, alimenta anche la passione e l’energia del coach. Il coach impara dall’esperienza diretta con l’atleta: dai suoi bisogni, dai momenti di crisi e dalle reazioni alle strategie proposte. L’atleta diventa una fonte vivente di informazione per affinare metodi di allenamento e comunicazione. È fondamentale che tra allenatore e atleta ci sia rispetto reciproco e un dialogo aperto per ottenere i migliori risultati, che non sono mai opera del singolo ma sempre del meglio di entrambi. Una collaborazione che si rafforza con il tempo e con la passione condivisa per lo sport!
Sara Veronica Rosa