Sì alle visite ai congiunti. Ma quali? Il decreto non chiarisce chi rientra in questa “categoria”: servirà una circolare!

È una delle principali novità introdotte dal decreto. Da lunedi prossimo – si legge nel decreto, articolo 1 comma a – saranno considerati “necessari gli spoostamenti per incontrare congiunti purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale di almeno un metro e vengano utilizzate protezioni delle vie respiratorie”.
Ma che si intende per congiunti? Fino a che grado di parentela si può estendere il termine? Sicuramente i genitori, i figli, le sorelle, i fratelli, dunque i familiari di primo grado? Ma possiamo estendere anche a nonni, nipoti, zii, cugini? L’interpretazione del governo sembrerebbe dire di sì ma nei prossimi giorni verrà emessa una circolare e verranno aggiornate le risposte alle domande frequenti sul sito del governo per dare certezze. Anche perchè è già polemica sulla disparità di diritti. E soprattutto: i compagni, i conviventi non legati da alcuna unione civile? Forse sì stando alle parole utilizzate ieri dal premier Conte durante la conferenza stampa quando ha parlato di “famiglie rimaste troppo a lungo divise dal lockdown”.

Gli spostamenti per gli incontri con i congiunti – questo il decreto lo specifica – sono comunque consentiti all’interno della propria regione. Per andare in un’altra regione bisognerà autocertificare motivi di lavoro, di salute e di necessità.

Il ritorno a casa
È anche vero, però, che il nuovo decreto specifica che “è in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”. Un permesso che c’era nei primi decreti e che è stato negato da quando è intervenuto il lockdown totale che aveva disposto il divieto assoluto di spostarsi dal luogo in cui ci si trova in qualsiasi altro Comune. E che ha costretto da un mese e mezzo a rimanere lontano da casa tutti quegli studenti o lavoratori che svolgono le loro attività altrove.

Le seconde case
Era uno dei punti più attesi del nuovo decreto da parte degli italiani in cerca di un po’ di aria ma la formulazione delle nuove norme non scioglie i dubbi. Anzi. Perché se è certo che non si potrà uscire dalla propria regione, e dunque non è consentito raggiungere le seconde case che si trovano in altra regione, non è affatto detto che non lo si possa fare se si ha una casa al mare, in campagna o in montagna all’interno della regione di residenza.
Nel precedente decreto, quello in vigore ancora fino al 3 maggio, infatti è scritto: “Resta vietato ogni spostamento in abitazioni diverse da quella principale comprese le seconde case utilizzate per vacanze”. Nel nuovo decreto non c’è più traccia di questo divieto.