Sì, ho prenotato la visita a Peschiera “Dopo tre mesi di tentativi telefonici inutili, ho preso la macchina e ce l’ho fatta”

Cara redazione,
torno a scrivervi per aggiornarvi rispetto ai ripetuti tentativi di prenotare una visita all’ospedale di Peschiera. Lo faccio per correttezza, dopo aver rinunciato a farlo e aver preso la pacchina (da Verona, borgo Venezia) ed essere andato di persona alla clinica Pederzoli. Sì, avete capito bene, per prenotare una visita all’ospedale di Peschiera, non c’è alternativa alla macchina. Al telefono è impossibile, o almeno lo è stato per me e, penso, per chi ha avuto la sfortuna di doverlo fare in questo periodo. Non voglio occupare troppo spazio, ricapitolo solo la mia situazione, che, ripeto, ha riguardato di sicuro altri pazienti. Dovevo prenotare una visita urologica a metà dicembre. Ho cominciato a telefonare dai primi di dicembre e fino a metà febbraio non sono mai riuscito a trovare “liberi”, gli operatori in servizio, preposti alle prenotazioni. Così, mi sono arreso: ho preso la macchina, mi sono recato a Peschiera e ho finalmente prenotato la visita, fissata per fine aprile. Cioè due mesi dopo. Tutto sommato, tre mesi per prenotare, due mesi per sostenerla: in totale fanno 5 mesi di attesa. Non è una critica, è una constatazione sulla quale, forse, chi di dovere dovrebbe quantomeno riflettere. Altrimenti i discorsi sulla “buonasanità”, sul rispetto dei pazienti, eccetera eccetera, vanno a farsi benedire…
Grazie per l’attenzione, Antonio PS: ho scritto perché sono convinto che solo denunciando certe situazioni qualcosa possa migliorare…
Caro signor Antonio,
prima di tutto grazie per averci informato. Le diremo, che, dopo la sua prima lettera, arrivata più o meno a metà gennaio, abbiamo voluto toglierci una curiosità. Più o meno ogni altro giorno, chiamiamo anche noi, in orari diversi, all’ospedale di Peschiera, che sappiamo, tra l’altro, efficientissimo in molti servizi ai pazienti. Perché qui, sia chiaro, non è in discussione la preparazione o la competenza dei medici. Qui il discorso è organizzativo. Bene, da allora, neppure a noi è mai capitato di trovare operatori liberi. La risposta è sempre la stessa: “gli operatori sono occupati, vi preghiamo di restare in linea per non perdere la priorità acquisita”. Già, ma quale priorità? E a cosa mi dà diritto ‘sta priorità? Oh, in realtà, il nastro preregistrato suggerisce pure di scaricare l’APP della clinica che potrebbe agevolare la prenotazione on line. Ma non per tutti è così semplice e in ogni caso, va detto, può essere un’alternativa, non l’unica strada. A parte la macchina, come ha fatto lei, signor Antonio. Per questo, se possibile, suggeriamo “a chi di dovere”, di rivedere il sistema. O assumendo una persona in più, o trovando altri spazi, nuove formule (che so, la prenotazione direttamente in reparto), per agevolare chi ne ha bisogno. E per impedire che una visita richiesta a dicembre venga poi sostenuta a fine aprile. In ogni caso, la questione non termina qui. Ne parleremo ancora, perché il problema non è solo di Peschiera, ma coinvolge purtroppo altre strutture ospedaliere.