Sì viaggiare… Col kaiser Non si può viaggiare per lavoro, né per piacere. Dobbiamo starcene a casa. Siamo isolati dal mondo. Nemmeno in guerra.

Siamo in gabbia. Ci siamo messi in gabbia. Ci hanno messi in gabbia. Vedetela come volete, la sostanza non cambia. Non si può viaggiare per lavoro. Non si può viaggiare per piacere. Dobbiamo starcene a casa. Siamo isolati dal mondo. Nemmeno in guerra era così. L’Italia, per scovare tutti i contagi veri o presunti da Co­ronavirus, ha fatto 22 mila tamponi in una manciata di giorni.

Ci considerano gli “untori” del pianeta

Nei media internazionali l’Italia ha repentinamente sostituito la grande Cina più di tutta l’Europa messa assieme. Immaginate se a ogni inverno dovessimo sottoporci tutti al test per capire chi ha il virus di stagione o meno. Ormai non si può tornare indietro e l’Italia, era scontato visto il numero di esami effettuati, agli occhi del mondo è diventato il Paese degli appestati. Ci scansano tutti, e chissà quanto tempo impiegheremo per toglierci l’etichetta di untori. Il fatto che in Cina sia stata lanciata una raccolta fondi per aiutare il nostro malandato Paese la dice lunga. Dalla Cina è in arrivo anche materiale medico. Dicevamo: non ci vogliono in Israele, a Capo Verde, in Giamaica, in Arabia Saudita, in Madagascar, in Bahrein, a El Salvador, alle Figi, alle Isole Salomone, in Iraq, in Kuwait, in Libano, alle Seychelles, in Angola. E poi ancora: è vietato l’ingresso agli italiani perfino nella Repubblica di Nauru (Stato insulare della Micronesia di 21 chilometri quadrati, la Repubblica più piccola del mondo), alle Isole Marshall, alle Cook, in Turkmenistan e sull’isola di Tuvalu, 10 mila abitanti in Polinesia. Non solo non vogliono gli italiani, ma anche chi ci è stato nelle ultime due settimane. Alle Mauritius, dove c’è già stato un mega-rimpatrio forzato, non vogliono “solo” i veneti, i lombardi e gli emiliano-romagnoli, ma anche chi viene da altre ragioni rischia di doversene tornare subito a casa. La Turchia ha sospeso i collegamenti con l’Italia. Il Montenegro quelli da Milano e Bologna. La Repubblica Ceca ha aggiunto Venezia alla lista. La Romania ci mette in quarantena per 14 giorni se siamo asintomatici. Idem a Hong Kong. La tedesca Lufthansa ha deciso di ridurre i collegamenti con lo Stivale, e questo penalizzerà fortemente Verona. L’elenco continua. Malta, Estonia e Bulgaria chiedono a chi proviene da Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna di osservare una quarantena volontaria. È prevista invece quella obbligatoria per chi presenta sintomi sospetti. Lo Zambia prevede l’isolamento domiciliare per tutti i viaggiatori asintomatici provenienti dall’Italia: in caso di sintomi è previsto l’isolamento in una struttura apposita. Non basterebbe una pagina intera per riportare una a una tutte le nazioni che ci schifano. Diamo conto ancora degli Stati Uniti, che fortunatamente ci lasciano andare e tornare (al momento) anche se alcune compagnie aeree hanno posto divieti; tutti i Paesi sovietici, inclusa ovviamente la Russia, al minimo sospetto ci mettono in quarantena, così come Brasile, Cile, Colombia, Cuba, Ecuador, Messico, Kenya. Tornando alla Russia, è di queste ore l’annullamento dell’importante forum economico di Yalta, che era previsto dal 22 al 25 aprile e al quale avrebbe dovuto partecipare una folta delegazione italiana, in particolar modo veneto e lombarda. L’India non ci concede più il visto elettronico. Rischiamo la quarantena anche a Tenerife e in Marocco. Sì, viaggiare/Evi­tando le buche più du­re/Senza per questo cadere nelle tue paure/Gentilmente senza fumo con amore…

di Alessandro Gonzato