Siccità, si invocano le biotecnologie Aldegheri: Servono piante più resistenti alle alte temperature e alla carenza idrica

Diradare per avere frutti più grandi e più resistenti alla siccità. È la parola d’ordine della rovente estate 2022. I frutticoltori cercano di salvare i raccolti anche in assenza di apporto idrico, dato che piogge non se ne vedono. Pesche, albicocche, pere e mele soffrono la sete e le alte temperature, con il rischio di cascola e di calibri piccoli, di valore basso per il mercato.
“Stiamo applicando molto la tecnica del diradare i frutti, che vale sempre ma mai come in questa annata di caldo record –, riferisce Francesca Aldegheri, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Verona -. Data l’assenza di gelate tardive, ci siamo trovati con le piante cariche e le prospettive di una grande quantità, ma chi ha diradato i frutti ora si trova con frutti di calibro maggiore e piante che soffrono meno la mancanza d’acqua. Il mercato sta premiando frutti più grandi e succosi, soprattutto in questa annata in cui il prodotto spagnolo è il grande assente sugli scaffali a causa del meteo sfavorevole. Lo vediamo con le pesche e le nettarine, che stanno andando bene con prezzi migliori rispetto a quelli dello scorso anno. E lo vediamo anche con le albicocche, con le quali la raccolta andrà avanti fino a metà agosto, dove pure il mercato sta premiando i calibri importanti. Speriamo però che il caldo morda il freno e che arrivi qualche pioggia, perché la sofferenza è grande”.
Pietro Spellini, agricoltore di Villafranca, già alla guida dei pensionati di Confagricoltura Verona, ha fatto pure un grande lavoro di diradamento dei frutti. Invece Andrea Foroni, vicepresidente dei frutticoltori di Confagricoltura Verona, insiste sulla necessità che ai produttori venga riconosciuto un equo prezzo. “Ma ci duole constatare che qui il prodotto viene pagato dai commercianti meno rispetto, ad esempio, all’Emilia Romagna’’, conclude.