Due indagini in pochi giorni sulla (poca) sicurezza hanno allarmato le forze politiche veronesi, sia per il crescente numero di furti nelle abitazioni, sia per l’aumento dei reati. E a prendere posizione e’ il centrosinistra in particolare che sulla questione sicurezza ha sempre avuto difficoltà di approccio, lasciando spesso il tema in mano al centrodestra. Alessio Albertini, vice segretario del Pd di Verona, candidato al Consiglio regionale del Veneto, sui dati che riguardano la criminalità in Veneto e a Verona sostiene che ”Visti i numeri si potrebbe pensare che il Governo Meloni, che ha basato tutta la sua campagna elettorale sulla sicurezza, sulla sicurezza abbia pure pensato di investire. E invece no. Il Governo Meloni non ha messo sul territorio nemmeno un euro. Ne’ per le forze di polizia ne’ per la polizia locale. Non parliamo poi del presidio della Polfer alla stazione di San Bonifacio, annunciata da anni, o del promesso commissariato di Polizia di Legnago”. Albertini aggiunge: ”Un numero: negli ultimi 13 anni la Polizia Locale ha perso 12mila agenti sul territorio nazionale. E sapete questo cosa significa? Significa meno presenza sulle strade, meno prevenzione, meno capacità di intervento rapido. Noi Sindaci che ogni giorno siamo chiamati a confrontarci con i problemi e le paure delle persone e a trovare risposte, lo chiediamo da tempo. Serve un maggior presidio del territorio”. E Gianpaolo Trevisi, poliziotto, candidato del pd al Consiglio regionale, sottolinea: ”I dati sono allarmanti e non possono lasciarci indifferenti. In Veneto cresce il numero di reati denunciati, con un forte aumento dei furti. Si continua a parlare di grandi riforme della giustizia e di divisione delle carriere dei magistrati, ma intanto non ci si occupa dei problemi reali delle persone comuni, non pensando alla sicurezza nelle nostre strade e nei nostri quartieri e lasciando senza le risorse necessarie i sindaci”. Trevisi, già dirigente della Polizia di Stato e formatore, sottolinea come ”i cittadini non chiedono slogan, ma risposte concrete: piu’ forze dell’ordine sul territorio, mezzi adeguati e la certezza della pena per chi delinque. Solo cosi’ si puo’ ricostruire la fiducia tra Stato e cittadini e garantire quella sicurezza che oggi troppe persone sentono mancare, specialmente tra le piu’ fragili: donne, anziani, minori.” Sulla stessa linea Elisa La Paglia, consigliera comunale e candidata al Consiglio regionale, che aggiunge: ”Quando si parla di sicurezza bisogna partire dai territori. Servono investimenti nei Comuni, non tagli. Le amministrazioni locali non possono essere lasciate sole: la sicurezza si costruisce con la presenza, la prevenzione e la coesione sociale, non con la propaganda.” Le dichiarazioni dei due candidati si inseriscono nel solco delle recenti affermazioni del presidente Stefano Bonaccini, che ha ricordato come ”la sinistra non debba lasciare alla destra il tema della sicurezza”, perche’ tutela e legalità sono valori fondamentali. Per Michele Bertucco candidato di Avs e assessore comunale al Bilancio, l’aumento dei delitti rappresenta ”il fallimento delle politiche sui minori e mette in luce da un lato la necessità di rinforzare gli organici delle forze dell’ordine sul territorio, in particolare nelle grandi città che con la loro ricchezza e flussi di persone rappresentano un attrattore anche di disagio. Dall’altro lato emerge la necessità di rimediare alla ormai grave carenza di politiche sociali di prevenzione, resa drammatica dal taglio delle risorse ai Comuni da parte del Governo nazionale, un movimento assecondato finora anche dalla amministrazione regionale veneta”. Bertucco poi sottolinea: ”Con particolare riguardo ai reati commessi da minori, si pone la necessità di attivare linee di intervento specifiche nella sfera dell’integrazione e delle nuove povertà. I nostri servizi sociali sono tarati su un vecchio schema di marginalità che riguarda famiglie con all’interno un problema di disoccupazione, dipendenza o di invalidità psichica o fisica. Oggi la situazione e’ radicalmente cambiata in quanto avere un lavoro non mette piu’ al riparo dall’indigenza”.



