“Signor Otto, pubblichi questo Diario…” Senza Miep Gies, una segretaria, il diario di Anna Frank non sarebbe giunto a noi

Il 25 giugno 1947 viene pubblicato quello che diventerà uno dei documenti più significativi dell’olocausto, “Il Diario di Anna Frank”. Il libro raccoglie le memorie di una ragazzina tedesca ebrea, Anna Frank.
Quest’ultime vengono scritte nei due anni in cui lei e la sua famiglia sono nascosti in un “alloggio segreto” ad Amsterdam, a causa dell’occupazione nazista della città.
È il padre della giovane, Otto Heinrich Frank (1889 – 1980), a scegliere nel dopoguerra di mandare in stampa il manoscritto. Tuttavia, quest’ultimo non sarebbe giunto fino a noi senza il contributo di un’altra persona. Si tratta di Miep Gies (1909 – 2010). All’epoca dei fatti è una giovane donna austriaca che lavora come segretaria per la Opekta, l’azienda di cui Otto è direttore. Dopo la cattura dei Frank, è Miep colei che riesce a recuperare e custodire il diario di Anna.
Miep Gies e i Frank
Miep non è solo l’artefice del salvataggio del libro. Infatti, assiste attivamente i Frank nel periodo in cui rimangono nascosti per evitare la deportazione. Dal 6 luglio 1942 al 4 agosto 1944 I Frank vivono, con altri quattro ebrei olandesi, in un appartamento/nascondiglio nell’estremità superiore di un edificio della Opekta. In quel periodo, evitano qualsiasi contatto con l’esterno per ragioni di sicurezza.
Gies è l’unica, assieme a suo marito Jan, a poter accedere a quel posto. I due, quindi, coraggiosamente si adoperano per rifornire i “rifugiati” di generi alimentari e beni di prima necessità. Miep riesce anche a portare un po’ di distrazione all’interno di quell’angusto rifugio. Infatti, recupera, una volta alla settimana, dei libri. L’appuntamento con le nuove letture diventa presto molto atteso da tutti i coinquilini della casa. La stessa Anna racconta ciò in un passo del suo diario: “È sempre lei (Miep) che ogni sabato ci procura cinque libri della biblioteca. Aspettiamo con ansia il sabato perché ci arrivano i libri. Proprio come i bambini che non vedono l’ora di ricevere un regalo”.
Il ritrovamento del diario
È il mattino del 4 agosto 1944. I tedeschi entrano nell’appartamento/nascondiglio dei Frank e arrestano i residenti. A tradirli è una denuncia anonima. L’unica a cui non viene fatto nulla è Miep.
Successivamente, Miep vede nell’appartamento il diario, “sparpagliato per tutto il pavimento”, come dirà in seguito lei stessa. Decide allora di conservarlo per Anna, mettendolo al sicuro in uno scrittoio. Purtroppo quest’ultima non potrà mai riaverlo. Infatti, si ammalerà di tifo nel campo di Bergen-Belsen e non si riprenderà mai più.
Una volta saputa la triste vicenda di Anna, Miep restituisce i fogli e taccuini che compongono il diario a Otto. L’uomo li mette quindi in ordine e li fa uscire come un unico manoscritto.

Giorgia Silvestri