Smog e siccità, Verona nella morsa. Le previsioni non sono positive Giorni difficili per gli alti valori di Pm10 e l’assenza di piogge. La portata dell’Adige sotto la media del 35%. Irrigare i campi è un problema, a rischio salute, agricoltura e energia. Il presidente Pasini apre un tavolo tecnico in Provincia per l’emergenza

Ritorna lo smog: domenica e lunedì la centralina Arpav di Giarol Grande ha fatto segnare alti livelli di Pm10, oltre la soglia di attenzione dei 50 microgrammi al metro cubo rispettivamente 54 e 56 microgrammi. E la situazione oggi non era meglio, per cui sarebbe già il terzo giorno di livelli fuori legge a causa dell’alta pressione che permane sulla città con conseguente aria mite durante il giorno. Prosegue così il periodo di forte siccità che ha caratterizzato febbraio e che si sta riproponendo senza cambiamenti anche in marzo: secondo i rilevamenti di Arpav in febbraio sono caduti solo 3 millimetri di pioggia contro la media mensile di 60 millimetri.
Tutta la zona Veronese, al pari della Pianura padana è in forte deficit idrico: Roberto Dinale, direttore dell’Ufficio idrologia e dighe della Provincia di Bolzano, ha lanciato un grave allarme per l’Adige, la cui portata è sotto la media del 35%. La grave carenza d’acqua dello scorso anno sta rendendo ancora più difficile la situazione del fiume nel 2023 e quando in primavera ci sarà la richiesta di acqua dall’Adige per irrigare i campi si rischia di non riuscire a soddisfare le necessità dell’agricoltura, con gravi danni per coltivazioni.
Ma non è solo questo il comparto economico che rischia i danni più gravi: anche l’idroelettrico è a rischio visto che in Trentino la neve, che è la riserva principale, è poca e rischia di sciogliersi già nei prossimi giorni con l’arrivo del fohn e gli invasi sono molto ridotti. Il vicepresidente della Provincia di Trento, Mario  Tonina: ha spiegato fra l’altro che in Trentino invasi e laghi sono pieni solo al 32% e che Il volume idrico complessivo (i bacini idroelettrici più i laghi naturali regolati) è sceso a 128 milioni di metri cubi su una capienza complessiva di 407 milioni.
Gli invasi di malga Bissina e malga Boazzo, nell’alto Chiese, sul massiccio dell’Adamello, risultano pieni solo per il 16% della capienza. Anche il Garda e altri laghi risultano in difficoltà, così come i corsi d’acqua. Significa che per la produzione idroelettrica nei prossimi mesi potranno esserci seri problemi.
Ma se lo smog (a fine febbraio abbiamo già avuto una settimana di allerta rossa) dovrebbe essere spazzato via tra giovedì e venerdì dall’arrivo del vento (fohn) che porterà un forte rialzo delle temperature (attorno ai 20 gradi), per la siccità non si vedono ancora soluzioni se non dopo metà marzo quando potrebbe arrivare una perturbazione consistente. Ma è da confermare.

Pasini: “Tavolo tecnico in Provincia”. “Riunirò sindaci e Acque Veronesi per l’emergenza. Confronto anche su rifiuti e energia”

Proprio per questo, perché il cambiamento del clima sta portando sempre meno precipitazioni e sempre più periodi asciutti, siccitosi, forieri di gravi danni economici per l’agricoltura e l’energia, il presidente della Provincia Flavio Pasini ha anticipato a La Cronaca di Verona l’imminente apertura di un tavolo tecnico provinciale sul tema della crisi idrica attorno al quale “riunire tutti gli attori interessati, da Acque Veronesi ai sindaci del nostro territorio per dar loro supporto adeguato nel caso debbano emanare ordinanze per il risparmio di acqua, così che ci siano coordinate uguali per tutti e non si vada ciascuno per conto proprio.
Tavoli analoghi vorrei attivarli”, prosegue Pasini, “sul tema dello smaltimento dei rifiuti e dell’energia, prima di trovarci in emergenza”.
Pasini, da poco eletto alla guida della provincia di Verona, ha anche in agenda incontri istituzionali con i vicini di casa proprio su questi temi, la siccità in particolare.
“La prossima settimana andrò a conoscere e a confrontarmi con il presidente della Provincia di Mantova, poi sarà la volta del presidente della Provincia di Trento (tra l’altro in fase di rinnovo-ndr) e in particolare con i trentini ci sarà da affrontare il tema della crisi idrica, degli invasi, dell’idroelettrico e del Garda”.