SOS di Arena: “Qui, come sul Titanic” “O il Governo ci aiuta subito, oppure la nostra città rischia il fallimento su tutta la linea”

“Decreto (non) Riaperture: così Verona fallisce”. Si intitola così l’accorato appello inviato del presidente provinciale di Confcommercio Paolo Arena ai parlamentari Veronesi, destinatari di una lettera che ha il sapore di “ultima spiaggia” per il sistema economico scaligero.

Arena fa presente “la grandissima preoccupazione della Confcommercio, di tutte le categorie collegate e degli operatori economici del sistema Verona per il rischio del definitivo tracollo del turismo: un rischio estremamente concreto alla luce dei contenuti del Decreto-Riaperture”.

Stante le attuali restrizioni, infatti – si legge nella lettera – la Stagione Areniana (il cui inizio è fissato per il 5 giugno per l’extra lirica e il 19 giugno, con la prima dell’Aida diretta dal Maestro Riccardo Muti, per la lirica) “non potrà vedere la luce: il mix tra limite di 1.000 spettatori nelle rappresentazioni all’aperto e coprifuoco alle ore 22 è totalmente incompatibile con lo svolgimento di qualsiasi rappresentazione nel nostro Anfiteatro, il più noto al mondo”.

Arrivati a questo punto, prosegue Arena, “non chiediamo solidarietà, non chiediamo parole di supporto nelle sedi istituzionali: è l’ultimo appello prima che la Verona del turismo debba dichiarare fallimento per mancanza di visitatori, per le reiterate chiusure imposte ad alberghi, pubblici esercizi, parchi divertimento, per il lungo stop alla Fiera e all’Aeroporto”.

Il presidente di Confcommercio Verona sollecita quindi “azioni concrete per un cambio di rotta immediato, prima di affondare come affondò il Titanic a causa di quel fatale, quanto evitabile, iceberg, per riuscire ad arrivare a una soluzione in ambito Governativo che salvi Verona e la sua economia dal naufragio”.