Perché è lì che verranno prese le decisioni finali, sia per la ripartizione degli assessorati tra Lega, FdI e Forza Italia, sia per le deleghe. Il presidente Stefani vorrà avere l’ultima parola ma il pacchetto Giunta verrà confezionato ai tavoli romani da Meloni, Salvini e Tajani, che avranno sullo sfondo anche le prossime regionali in Lombardia e il voto nelle città come Verona, Padova e Venezia. Alcuni punti fermi ci sono già. Il primo è che Stefani vuole allargare la Giunta da 8 a 10 assessori. Il secondo è che i patti preelettorali con la Lega danno a FdI 5 assessori pesanti e 4 alla Lega, ma ora a bocce ferme e voti reali in mano che hanno visto la Lega doppiare FdI 36 a 18 per cento, il rapporto sarebbe 3 a FdI e 6 alla Lega e 1 a Forza Italia. Vedremo. Il terzo punto fermo è che in Giunta si è sempre rispettata la rappresentanza territoriale delle province venete, quindi a Verona spettano un paio di assessori. Chi saranno? Difficile prevederlo oggi. Uno potrebbe essere di Forza Italia. Se Tosi tornerà in Giunta si dimetterà consentendo ad Alberto Bozza di rientrare in Consiglio regionale. Altrimenti Tosi potrebbe scegliere un esterno e non dimettersi. Oppure portare lo stesso Bozza a fare l’assessore. Per Fratelli d’Italia si è sempre detto che i patti preelettorali avevano portato ad escludere dalle liste Massimo Giorgetti garantendogli un posto da esterno in Giunta. Il patto sarà rispettato? Per la Lega non dimentichiamo poi che la vicepresidente Elisa De Berti è stata riconfermata alla grande: tornerà in Giunta? Difficile, dicono a Venezia. Stefani, fresco di elezione, pare intenzionato a rispettare l’accordo elettorale: «pacta sunt servanda». Quindi, a FdI andrà la vicepresidenza della Regione e potrebbe essere Valeria Mantovan, giovane assessore uscente che vedrebbe riconfermata anche la sua delega a Formazione e Lavoro. Le deleghe chieste più volte dal coordinatore veneto di FdI De Carlo sono Bilancio, Lavori Pubblici e Trasporti, Formazione e Lavoro, appunto, Agricoltura, Caccia e Pesca e, naturalmente, la Sanità, vale a dire la gran parte del bilancio regionale. Quest’ultima delega è già stata oggetto di braccio di ferro prima delle elezioni con Forza Italia visto che il ministro Tajani l’ha opzionata per Flavio Tosi, già assessore alla Sanità del Veneto. Ma Stefani avrebbe in mente di spacchettare le competenze di questo assessorato, separando il sociale dalla sanità ospedaliera. E tutto si complica. Per la Lega potrebbe esserci un colpo a sorpresa, smentito dal diretto interessato: in Giunta potrebbe arrivare Massimo Bitonci, attuale sottosegretario alle Imprese e Made in Italy. E poi c’è l’altro tema fondamentale per la Regione: le infrastrutture perché c’è da portare fino in fondo il business, già impostato dal tandem Zaia-De Berti per creare una holding autostradale regionale che prevede di prendere in house dal governo dal gennaio 2027 la Brescia Padova la cui concessione è in scadenza, affiancare il Cav Passante di Mestre e la Pedemontana. Decine di milioni di utili che servirebbero a ripianare le perdite della Pedemontana ed evitare guai alla tenuta del bilancio regionale. Sempre che l’Europa sia d’accordo alla concessione in house dell’A4 e non obblighi alla gara internazionale. Da capire poi quale assessorato potrebbe ricoprire Giorgetti tra i meloniani, forse l’Agricoltura in sinergia con il ministro Lollobrigida ma per questo assessorato sarebbe in corsa anche il bellunese Dario Bond. Ma siccome in Giunta dovrà essere anche rispettata la quota femminile, un pensierino lo fa anche la veronese Anna Leso di Verona Domani, consigliere dell’Istituto assistenza anziani, votatissima insieme al primo eletto Ruzza per Fratelli d’Italia.



