Stadio Bentegodi, una partita a due. In pista Consorzio Stabile Europeo, Costruzioni Edili Caltran, Iron Beton e Sec, Iscom e Riverclack e Progenia. Ma per Gelmetti la struttura andrebbe rifatta ex novo

Stadio Bentegodi
Stadio Bentegodi

Parte la corsa per rifare lo stadio Bentegodi, come anticipato ieri sulla Cronaca di Verona, e già si schierano le tifoserie politiche. La polemica è già in campo. Innanzi tutto, ricapitoliamo: la Giunta comunale ieri ha preso atto delle due proposte di iniziativa privata per sistemare lo stadio. Le due manifestazioni preliminari di interesse sono state presentate da Consorzio Stabile Europeo S.c.a.r.l., Costruzioni Edili Caltran G. Battista s.r.l., Iron Beton s.r.l. e SEC e da Iscom S.p.A., Riverclack e Progenia S.p.A.. Ora sono al vaglio del uffici comunali. Si tratte di manifestazioni finalizzate alla predisposizione di una possibile proposta di partenariato pubblico-privato per la riqualificazione dello Stadio Bentegodi in vista degli Europei del 2032. Per il senatore Matteo Gelmetti di Fratelli d’Italia però il Comune dovrebbe pensare più in grande perché questa «è un’occasione mancata che dimostra la mediocrità dell’amministrazione. Ristrutturare il Bentegodi in vista di Euro 2032, nonostante Verona non sia nemmeno certa di essere tra le città ospitanti del torneo è l’ennesima occasione mancata, l’ennesimo segno di una gestione senza visione, ancorata al passato e incapace di immaginare il futuro della città.’ II dilemma è sempre quello: sistemare l’attuale struttura o pensare a un nuovo impianto? Per Gelmetti lo stadio andrebbe rifatto ex novo in una nuova zona, liberando il quartiere. «Continuare a investire su una struttura nata negli anni ’60, in un’area ormai congestionata, significa condannare Verona all’immobilismo. Serve il coraggio di pensare in grande: lo stadio del futuro deve sorgere nell’area della Marangona, di proprietà pubblica, dove potrebbe nascere un progetto multidisciplinare all’altezza della Verona che vogliamo costruire.» Gelmetti sottolinea come la nuova area permetterebbe «di ospitare non solo il nuovo stadio, ma anche la Fondazione Bentegodi, un polo sportivo e culturale integrato, con spazi per concerti e grandi eventi anche in inverno, e una sede adeguata per la Fondazione Arena, che oggi è costretta a provare in luoghi diversi e dispendiosi. Tutto questo genererebbe risparmi, sinergie e nuove opportunità per la città». E se si trattasse di creare oltre allo stadio, un polo sportivo con una nuova arena in affiancamento per concerti e altre manifestazioni, l’esempio, aggiungiamo noi, potrebbe essere il Choruslife di Bergamo che non è uno stadio per le partite ma uno smart district innovativo che ha portato rigenerazione urbana e consiste in una arena indoor modulare che ospita spettacoli, concerti ed eventi sportivi con una capienza da 6mila posti. II senatore veronese aggiunge: «Non possiamo rinunciare a un grande progetto per Verona per la fretta del sindaco o per forse due o tre partite degli Europei 2032. Sarebbe un errore storico, l’ennesima scorciatoia che sacrifica il futuro della città sull’altare dell’improvvisazione.» Infine, Gelmetti evidenzia la necessità di ripensare anche la funzione dell’attuale area del Bentegodi: «Quella zona deve tornare ai cittadini, con più verde pubblico, servizi e spazi di socialità. Oggi il quartiere non riesce più a convivere con il traffico e il caos che ogni evento comporta. È tempo di una scelta di visione, non di manutenzione del passato. Verona merita un progetto che guardi ai prossimi 50 anni, non agli ultimi 50».