Ancora una volta l’Hellas non riesce a sbloccarsi e nella trasferta di Lecce arriva l’ennesimo pareggio di questa stagione. Questa volta però la squadra di Zanetti fatica e non poco contro i salentini, scesi in campo con il piglio giusto mettendo in grande difficoltà i gialloblù. Verona anche fortunato, con il Var che ha corretto una decisione del direttore di gara che aveva concesso un calcio di rigore per un fallo di Bella-Kotchap ai danni di Camarda. La qualità di gioco che avevano espresso gli uomini di Zanetti fino ad ora non si è vista, come ha sottolineato il tecnico al termine della sfida. «A livello qualitativo – ha detto – ci è mancato qualcosa, ma abbiamo portato a casa un punto col giusto atteggiamento. Abbiamo lottato su tutti i palloni in una partita molto spigolosa. Siamo rimasti nel match fino alla fine in un campo molto difficile e ora guardiamo avanti». Guardare avanti per Zanetti significa avere una settimana di stop per la pausa delle nazionali. Periodo in cui ci sarà la possibilità di lavorare soprattutto sulla testa e sulla mentalità dei giocatori da parte del tecnico. Appare infatti questo l’ultimo aspetto da sistemare per la squadra veronese che fino ad ora, tutto sommato, ha dimostrato di avere ottimi spunti tecnici sia di squadra che individuali. Tuttavia è fondamentale tornare alla vittoria che ormai manca veramente da troppo tempo per i colori gialloblù e andando avanti così la classifica potrebbe iniziare a far preoccupare. Dopo la sosta per l’Hellas ci sarà la delicata sfida al Bentegodi contro il Parma. Un match salvezza che promette spettacolo. Intanto tengono banco anche le questioni extra squadra in riva all’Adige: si parla sempre di più infatti della possibilità di costruire un nuovo stadio in vista degli Europei che si giocheranno in Italia nel 2032. Il sindaco Tommasi ha infatti annunciato che si terrà un incontro con il nuovo commissario nominato per fare il punto della situazione. Tuttavia, ha sottolineato il sindaco, «il Mit dovrà essere il driver strategico del progetto, altrimenti il rischio è di poggiare tutto l’investimento e la progettualità e la visione sulle società sportive, che però non hanno questa vocazione e in questo momento storico probabilmente neanche la forza economica».



