Stiamo a casa! Unico modo per rallentare il contagio.

Lo affermano tutti i virologi. E invece politici e tirapiedi fanno a gara a chi fa più selfie al bancone con lo spritz e la gente si accalca al lago e in montagna. Si credono fighi: sono delle zucche vuote.

Si può vivere anche senza fare i fenomeni. Si può vivere anche senza fare gli eroi. Si può vivere anche rispettando le regole. Sono tanti però, troppi, quelli che decidono di non farlo anche di fronte a un’emergenza planetaria come quella del Coronavirus, che fortunatamente non è la peste manzoniana – è assodato – ma è comunque un nemico bastardo e tostissimo che sta contribuendo alla morte di moltissimi anziani e mettendo a serio repentaglio anche la salute di chi è più giovane. Il cattivo esempio di Zingaretti non è servito a scoraggiare politici e rispettivi tirapiedi che anche a Verona fanno a gara per farsi i selfie abbracciati al bancone del bar con lo spritz in mano contravvenendo a ogni regola ma prima di tutto al buonsenso e alla decenza. Sghignazzano, si sentono fighi, e invece sono solo incoscienti e pericolosi, oltre che dei “morti di like” (in realtà ricevono solo dissenso e pernacchie).

L’appello di Burioni: “Vi imploro, state in casa, muovetevi solo per emergenze”

I CRETINI CONTRO GLI SCIENZIATI
Tutti i virologi consigliano di rimanere a casa che l’unico modo per rallentare il contagio è questo, e invece sono ancora tantissime le persone che se ne fregano, si infilano nei centri commerciali e si danno appuntamento per fare l’aperitivo o per uscire a cena: e vai di selfie, anche loro, coi vestiti fighi, il cocktail figo, e le facce da fessi.
Ci è concesso fare passeggiate, anche lunghe per scaricare i nervi, ma da soli, o in alternativa con un amico ma tenendoci a debita distanza, possiamo andare a correre per i fatti nostri, non è che per forza dobbiamo murarci vivi, e invece lo scorso fine settimana tantissime zucche vuote si sono ammassate negli impianti sciistici e hanno assaltato i tavolini dei locali del Garda, alitandosi addosso e mangiando le patatine dallo stesso piattino. Geniali! Zaia, nonostante il Veronese, il Bellunese e il Vicentino non siano ancora “zone rosse”, in queste ore ha fatto sapere gli impianti delle località sciistiche potrebbero chiudere volontariamente: «Sarebbe un segnale di compattezza», e noi aggiungiamo di responsabilità. Il governatore ha anche annunciato di aver annullato tutte le attività pubbliche e che resterà a Marghera nel quartier generale della Protezione Civile.

MEDICI INSTANCABILI
Gli ospedali stanno facendo sforzi enormi. Medici e infermieri hanno moltiplicato i turni. Rischiano ogni giorno anche per curare i cretini che pensano di essere più furbi degli altri, immuni al virus, ma che poi al primo colpo di tosse si fiondano terrorizzati all’ospedale per sottoporsi al tampone: il problema non è la loro infezione (chi è causa del suo mal pianga se stesso), quanto che possono trasmetterla ai nonni, ai genitori, ai figli, ai nipoti, agli amici. Il virologo Burioni, che non è Dio ma finora ci ha quasi sempre azzeccato e non si è certo laureato all’università dei perdigiorno da social, sta continuando a lanciare appelli: «Mentre scrivo» ha affermato su Twitter «vedo dalla finestra che si sta giocando una partitella di calcio. Vi imploro: state a casa, uscite solo per motivi indi­spen­sabili».
A Verona le infezioni sono un’ottantina. In Veneto nel momento in cui scriviamo stanno superando quota 600. Non torneremo alla normalità, l’economia non ripartirà, gli altri Stati non ricominceranno ad accettarci fin quando la gente non tornerà normale. Anzi, fin quando la gente, purtroppo tanta gente, non comincerà a esserlo.

Alessandro Gonzato