Stipendiato dallo Stato. E alle partite iva 600 euro e un calcio nel sedere Pietro Maso ha goduto del reddito di cittadinanza. Nel ‘91 ha trucidato i genitori per impossessarsi dell’eredità. Trent’anni dopo il governo gli ha corrisposto 780 euro al mese. D’altronde il sussidio è andato anche ai mafiosi. Ma ora, forse, glielo tolgono

La notizia che Pietro Maso ha ricevuto e forse riceve an­cora il reddito di citta­di­nanza sta idignando l’o­pi­nio­ne pubblica, sopratutto sui social, che già di norma ribollono, figuriamoci di fron­­te a una simile “chicca”. La comunità di Montecchia di Crosara, poi, è incredula. Non potrebbe essere altri­menti. Maso ha massacrato i geni­tori a colpi di spranga. Il de­litto ha segnato un’e­po­ca. Il fatto non verrà mai di­men­tica­to. Il piccolo co­mune di Montecchia con­tinuerà a lungo a essere ricordato co­me il teatro della mattan­za. Maso ha scontato la pe­na che la giustizia gli ha inflitto, ha su­bito nuove re­strizioni quan­do – pare sotto l’effetto della droga – ha minacciato le so­relle di fare la stessa fine di papà e mam­ma – la sua guida spi­rituale, don Gui­do Tode­schini, lo descrive co­me un uomo che sta cer­cando di ricomin­cia­re. Non possiamo sapere se Maso si sia davvero pentito dell’a­bomi­ne­vole crimine e nem­meno ci importa. Chi però in que­ste ore si ac­canisce contro di lui sui so­cial per via dei 780 euro al mese garan­titi dallo Stato sbaglia bersa­glio. Non è colpa di Maso se il reddito di cittadinanza vie­ne concesso anche ai cri­minali. Lo hanno intascato boss mafiosi che nella loro carriera hanno ucciso diret­tamente o in­diretta­mente cen­­tinaia di persone. Il red­dito grillino lo hanno per­cepito i peggiori farabutti del Paese. Perché Maso, che ufficialmente ri­sul­ta poco più che un in­digente, do­veva astenersi? L’u­nico colpevole di questa schi­fezza è il go­verno, non solo quello at­tuale ma an­che il pre­ce­dente, dal mo­mento che il sussidio è stato varato quan­do nella sala comandi c’erano 5 Stelle e Lega. Ol­tre­tutto, dato che Maso è in­terdetto dai pub­blici uffici e non ha mai chie­sto la ria­bilitazione, non a­vrebbe mai potuto chie­dere il reddito. Lo Stato pare che se ne sia accorto solo ora. Da vedere se e con qua­li tempi provvederà all revoca dei 780 euro al me­se, cifra su­periore ai 600 che il premier Conte ha erogato in molti casi con largo ritardo a chi è stato travolto dal Co­vid. La Re­pub­blica delle Ba­nane è molto più seria.