Tempo di bilanci. Il pagellone della squadra di Palazzo Barbieri Si conclude il primo anno intero di attività della Amministrazione del sindaco Tommasi. Come ha lavorato? Ecco i giudizi sugli assessori. Il sindaco è apparso fuori tempo per la Fondazione ma ben presente su altri dossier delicati

Si chiude il primo anno completo di lavoro della Giunta di Palazzo Barbieri guidata dal sindaco Damiano Tommasi eletto a capo di una lista civica appoggiata dalla coalizione di centrosinistra che ha sconfitto il centrodestra dell’uscente Federico Sboarina.
Un anno nel quale l’amministrazione ha avuto la possibilità di lavorare in modo compiuto per dare una prima immagine che caratterizzasse l’identità politica e soprattutto per delineare il progetto di città che ha in mente e che vuole realizzare entro questo mandato amministrativo.
Ci è riuscita? La squadra del sindaco come ha lavorato? Quali sono gli assessori che si sono distinti di più e quelli che abbiamo visto meno?
E’ emerso da questo primo anno di lavoro un’idea di città?
Proviamo a capirlo valutando il lavoro degli assessori che compongono la squadra, moltissimi dei quali nuovi alla politica e all’amministrazione. Già questo ha fatto scontare all’amministrazione Tommasi un handicap di partenza.
SINDACO. Lo stesso sindaco, per quanto esperto del mondo del calcio e del suo sindacato, era a digiuno di politica e pubblica amministrazione. Ci sono voluti mesi per ridurre, non per colmare ancora, questo gap di partenza e lo si è visto in alcune particolari circostanze molto delicate che hanno contraddistinto il 2023 tra tensioni, polemiche anche scontri in Tribunale.
Un caso tra tutti, il clamoroso scontro istituzionale e politico sulla Fondazione Arena tra la maggioranza comunale del sindaco, il centrodestra e gli stessi soci dell’ex ente lirico per la nomina del sovrintendente e la riconferma di Cecilia Gasdia. E poi su Arena extra e i concerti rock.

Caos per l’Arena, bene per lo sport. Tommasi è apparso fuori tempo per la Fondazione ma ben presente su altri dossier delicati. Bissoli da valutare nel 2024, Bertucco ok

Mentre su eventi sportivi come le Olmpiadi invernali 2026 e il nuovo Bentegodi per gli Europei lo stesso sindaco è apparso molto più a suo agio e sul pezzo.
Così come ha saputo uscire bene da dossier complicati come quello dell’aumento di capitale dell’aeroporto Catullo, la gestione di una Fiera guidata da una maggioranza non sua ma di centrodestra, la questione Agsm-Aim con la nomina del nuovo presidente Testa, il grande garbuglio della filovia che sembra ora finalmente in discesa.
La tempistica, come nel caso della Fondazione Arena non è sempre stata azzeccata, così come è stata gestita con i tempi sbagliati la questione della stella d’acciaio in Bra, sostituita con una installazione che ha suscitato molte proteste tra i veronesi. Per non dimenticare, a proposito d tempi sbagliati, gli alberi di Natale arrivati nelle frazioni per essere addobbati… il 27 dicembre.
Ma sicuramente il sindaco sui temi più delicati si è dimostrato attento anche ai rapporti e al dialogo con il centrodestra, anche se non mancano le critiche per una poca presenza tra la gente.
Nei quartieri e nei mercati i veronesi lo vorrebbero vedere di più. Altrimenti sembra essere assente, mentre magari sta semplicemente meditando. Giudizio: può migliorare ancora.
Barbara Bissoli. La vicesindaca con delega all’urbanistica si è fatta vedere e sentire molto soprattutto per la delega alla parità di genere e contro la violenza sulle donne. Per l’urbanistica sta lavorando sodo nel suo ufficio, assicurano quelli che la conoscono bene. Ma le grandi scelte del nuovo Pat per il futuro della città devono ancora uscire allo scoperto. Giudizio sospeso, è attesa nel 2024 al vero banco di prova.
Michele Bertucco. Assessore al Bilancio e al Personale, chiude l’anno portando a casa l’approvazione del programma finanziario in tempi brevi e con conti certi e in equilibrio. E’ l’uomo di maggiore esperienza nella Giunta e si vede.
Tommaso Ferrari. Assessore all’Ambiente e alla mobilità. Gli assessori al Traffico nella storia comunale veronese sono sempre stati i più tormentati, da Arcaroli a Bartoli e Zavetti. Toccare la viabilità e le abitudini degli automobilisti verones è peggio che maneggiare l’alta tensione. Ferrari con la scusa (o opportunità) del maxi cantiere per il filobus in circonvallazione sta provando a cambiare.

Ferrari, sfida dura. Ugolini, cultura poca. La mobilità è sempre il tema più spinoso. I tulipani di Benini e Sandrini a Chi l’ha visto? Ceni, Zivelonghi e La Paglia in prima linea

Ma le abitudini dei veronesi sono dure da modificare. Lui, uomo di punta della lista Traguardi, gestisce uno degli assessorati più difficili. Vorrebbe che i veronesi lasciassero l’auto per le biciclette, i mezzi pubblici e per andare a piedi. Ma non tutti sono single che abitano in centro storico: c’è chi lavora fuori città, chi si deve spostare per portare i figli o i nipoti a scuola, chi per lavoro fa centinaia di chilometri al giorno e tutti questi chiedono di non trovarsi nuovi ostacoli quotidiani. La scelta di dirottare i 54 milioni di euro dell’A4 sulla strada di gronda per la Marangona a Verona sud togliendoli dal Traforo delle Torricelle (decisione condivisa con il sindaco) ha sollevato un vespaio di polemiche. Il nodo del passaggio a nord della città resta ancora nella sua complessità. E vedremo nel 2024 con la chiusura della Ztl per tutte le 24 ore cosa accadrà. Intanto avanti con le ciclabili, sempre benvenute, con nuove aree verdi, con l’energia green e il risparmio energetico ma qualcuno prima o poi affronterà l’emergenza vera dello smog (che non dipende solo dalle auto)?
Giudizio: promosso per l’impegno, vedremo i risultati.
Federico Benini. Assessore al Decentramento, strade giardini ed Edilizia popolare si batte come un leone per i bulbi di tulipani e le aiuole fiorite, le aree cani recuperate e i tavoli per gli scacchi e cavalletti per i pittori di strada. Poi alla prima questione seria e importante come il piano casa Agec, inciampa sulle farmacie da vendere e deve intervenire il sindaco Tommasi per mettere le cose a posto.
Giudizio: il 2023 è stato un anno di prova, per il 2024 sarebbe utile una centratura.
Luisa Ceni, assessora ai servizi sociali. Grande conoscenza del Terzo settore e grande impegno quotidiano. Una assessora sulla quale il sindaco può contare per i temi più sensibili. Promossa.
Marta Ugolini, assessora alla Cultura e turismo. Una delega difficile in una città d’arte. Molto impegnata sul turismo per far fronte alla gestione dei flussi, in particolare per la Casa di Giulietta, potrebbe essere più incisiva sulla cultura, dove si lamentano scarse iniziative di rilievo. I fondi sono quelli che sono, ma almeno liberare Palazzo Forti dai depositi dell’ex Arsenale… Giudizio: tanta buona volontà, da valutare nel 2024.
Stefania Zivelonghi, assessora alla Sicurezza. E’ partita come una “sceriffa” nei primi mesi, imbarazzando più di una volta il centrosinistra, poi ha preso le misure e ha centrato meglio la sua attività rafforzando l’immagine di affidabilità. I problemi sono molti e delicati a cominciare dalle baby gang tra sicurezza reale e insicurezza percepita. Nel 2024 dovrà ancora lavorare sodo.
Elisa La Paglia, assessora alle politiche educative e scolastiche. Integrata nel mondo scolastico comunale, conosce bene la materia e si è trovata però la patata bollente dei pasti delle mense Agec da risolvere. Può incidere di più.
Italo Sandrini, assessore al Commercio. Per molti mesi i suoi colleghi di maggioranza l’hanno cercato su Chi l’ha visto?. Ultimamente più presente, ha portato avanti lui con la collega Bissoli la questione dei mercatini di Norimberga che il Comune voleva spostare. Può fare di più.
Jacopo Buffolo è l’assessore più giovane della squadra. Si sta facendo le ossa e gli servirà anche il 2024.

mb