Terremoto alla Bentegodi, Pasetto lascia. Con il presidente anche il vice Todeschini. Lamentata la scarsa attenzione del Comune

Terremoto alla Fondazione Bentegodi. Il presidente Giorgio Pasetto e il suo vice Francesco Todeschini si sono dimessi per protesta contro l’Amministrazione comunale, ritenuta colpevole di immobilismo. «In occasione della odierna commissione di controllo ho appreso con stupore e rammarico le dimissioni in diretta del Presidente Giorgio Pasetto e del suo Vice Francesco Todeschini. Un fatto mai visto prima. Un primato per Tommasi e la sua giunta», dichiara Paolo Rossi consigliere di Verona Domani. «L’annuncio, alla luce della mancanza di considerazione verso l’ente a fronte di promesse naturalmente mai mantenute, certifica il fallimento dell’amministrazione Tommasi -prosegue Rossi-. Il quinquennio Tommasi sta finendo e l’incapacità di questa amministrazione è testimoniata direttamente dai vertici scelti dallo stesso sindaco che preferiscono dimettersi piuttosto di rimanere in sella continuando ad incassare sconsolanti dinieghi ad ogni richiesta. Di contro, i soldi, per discutibilissime iniziative ideologiche non mancano mai», conclude Rossi. «Al Presidente Pasetto va la mia solidarietà per quanto fatto a titolo gratuito presso una delle fondazioni più importanti per lo sport ed i giovani della nostra città». Del resto Pasetto e Todeschini avevano già manifestato il loro disappunto nei confronti del Comune con una nota del 3 dicembre, lamentando la scarsa attenzione di Palazzo Barbieri per la giornata mondiale della disabilità. «Servono fatti, non questo stallo. La verità è semplice: sulla nuova sede della Fondazione Bentegodi il Comune di Verona non ha fatto praticamente nulla», avevano dichiarato Pasetto e Todeschini denunciando «un immobilismo imbarazzante» da parte dell’Amministrazione. Da anni la Fondazione segnala l’urgenza di una nuova sede adeguata alle attività sportive e sociali che svolge. «Siamo un’istituzione storica di questa città, ma veniamo trattati come un fastidio da spostare più avanti», affermano. «Riunioni inconcludenti, promesse vaghe e nessuna decisione concreta: è questo il quadro.» La Bentegodi, fondata nel 1868, è tra le realtà sportive più radicate e riconosciute del territorio. «Abbiamo formato generazioni di veronesi, ma oggi dobbiamo lavorare in condizioni che una città seria non tollererebbe nemmeno per una piccola società dilettantistica.» Proprio in occasione della Giornata mondiale della disabilità, la Fondazione sottolineava un aspetto particolarmente grave: l’attuale sede presenta numerose barriere architettoniche che limitano l’accesso e la partecipazione di atleti, famiglie e cittadini con disabilità. «È paradossale -dichiaravano Pasetto e Todeschini- che nel 2025 una realtà come la nostra, che dovrebbe essere un luogo aperto e inclusivo, debba fare i conti con spazi che non garantiscono pari opportunità a tutti. E mentre noi affrontiamo ogni giorno queste difficoltà concrete, dal Comune continuano a non arrivare risposte.» I due dirigenti hanno più volte sottolineato come l’attesa sia diventata insostenibile: «Da Palazzo Barbieri ci aspettiamo risposte vere, non altri mesi di fumo negli occhi. La città merita chiarezza. Noi pretendiamo una data, un progetto e un cronoprogramma. Il resto sono solo scuse.» I punti richiesti ufficialmente all’Amministrazione da parte dei vertici della Fondazione Bentegodi erano noti: una data certa per la presentazione del progetto della nuova sede; un cronoprogramma pubblico e verificabile; un’assunzione di responsabilità politica chiara, senza ulteriori rinvii. «Se il Comune pensa di poter continuare a rimandare, si sbaglia. D’ora in poi chiameremo le cose con il loro nome. La Fondazione Bentegodi non resterà più in silenzio», dicevano Pasetto e Todeschini il 3 dicembre. Oggi il colpo di scena delle dimissioni.