Tinazzi coltiva l’orto della solidarietà Richiedenti asilo e adulti con disagi coinvolti nella coltivazione dei prodotti a Km 0

”Coltivare ortaggi, coltivare relazioni”: Tinazzi, importante gruppo di cantine con sede a Lazise supporta l’orto solidale di Cavaion Veronese secondo il motto che da sempre guida l’azienda “Fare vini buoni che fanno del bene”. La Piana degli Orti, questo il nome del progetto svolto in collaborazione con le associazioni Città in Fiore e Oltre il Confine, che forniscono alloggio ad adulti con disagi e a rifugiati richiedenti asilo, è guidato da Don Paolo Bolognani, già responsabile ed educatore della comunità educativa per minori “Don Bosco – Dab” ad Albarè di Costermano (Verona), con cui Tinazzi ha dato vita al laboratorio esperienziale ed artigiano Bottega Tettoia Pinardi. Le associazioni prendono in gestione terreni incolti e li trasformano in un orto a km 0, restituendo così alla comunità un patrimonio agricolo inutilizzato. I richiedenti asilo e gli adulti con disagi raccolti dalle due associazioni, con l’aiuto di alcuni volontari, vengono coinvolti nella coltivazione di un orto a km 0 situato nella frazione di Sega, nel comune di Cavaion Veronese. Attraverso un virtuoso scambio, le famiglie locali possono ricevere gli ortaggi prodotti in cambio di una donazione spontanea.
Tra i prodotti coltivati ortaggi, frutta e verdura: peperoni, zucche, angurie, meloni, pomodori da insalata e pomodori ciliegini, lattuga, patate, melanzane e zucchine.
«Sosteniamo con orgoglio l’orto solidale guidato da Don Paolo – afferma Gian Andrea Tinazzi, titolare del gruppo di cantine – non solamente perché è stato in grado di realizzare un progetto sostenibile e virtuoso, ma anche perché è fondamentale per noi intervenire sul territorio e collaborare con le realtà che si occupano di inclusione sociale e costruzione di relazioni».
L’azienda Tinazzi, negli anni è diventata una delle più interessanti realtà della viticoltura italiana, con oltre 100 ettari di vigneti di proprietà e un’ampia proposta di iniziative legate alla cultura contadina e all’accoglienza. Gli importanti premi internazionali, come i riconoscimenti di rinomate riviste come Forbes, Wine Spectator, Wine Enthusiast e Decanter sono solo l’ultimo tassello.