Tommasi e quel dialogo interrotto. “Al sindaco non piace apparire, ma fare” Associazione Barbieri: Da ex calciatore di buon livello e maglia azzurra non gli riesce il ruolo di allenatore. 5 Stelle: La città si sta trasformando e i cantieri danno disagi, ma porteranno frutti concreti

Ecco dove ha fallito Tommasi: né dialogo né comunicazione, né informazione. Il rapporto con i cittadini è sparito. Non c’è solo una classifica che vede il sindaco Tommasi nelle ultime posizioni per gradimento a preoccupare. C’è soprattutto la rottura di un dialogo tra chi amministra e la città, un dialogo che è venuto meno con il passare dei mesi e che sta portando la città a regredire. E’ quanto afferma l’associazione Giuseppe Barbieri, costituita da tecnici professionisti e consulenti che spesso ha collaborato anche con l’amministrazione comunale su progetti e interventi urbanistici. “Se c’è una persona che dovrebbe conoscere bene il significato di una classifica, quella è proprio il sindaco Damiano Tommasi -afferma in una nota Vincenzo Vasapolli, portavoce dell’Associazione. Ex calciatore di buon livello, eppure incapace – finora – di emergere nel difficile ruolo di allenatore della città. L’ultima classifica pubblicata da vari organi di stampa lo colloca agli ultimi posti per gradimento da parte dei cittadini. Un segnale che dovrebbe far riflettere, profondamente, su quanto accaduto in questi primi due anni di amministrazione della città di Verona. Una classifica di gradimento infatti non fotografa il numero di cantieri aperti, né la quantità di opere realizzate – magari definite e approvate da altre amministrazioni. Una classifica di gradimento premia una cosa più sottile e più importante: la coerenza tra le parole dette e i fatti compiuti. E su questo punto, l’amministrazione Tommasi sta pagando un prezzo altissimo”. “Due anni fa, sebbene il programma elettorale non fosse particolarmente dettagliato – frutto di una coalizione eterogenea e, a tratti, raffazzonata – le parole chiave erano chiare: ascolto, condivisione, coinvolgimento, inclusione. Parole forti, parole cariche di significato. Parole che avevano entusiasmato molti cittadini, anche oltre gli schieramenti tradizionali. Eppure oggi, a distanza di due anni, proprio quelle parole sembrano essere state dimenticate nei festeggiamenti post-elettorali. Sono sì partiti diversi cantieri, alcune opere sono state anche portate a termine (con i consueti ritardi), ma mancano comunicazione, informazione e, soprattutto, empatia. I disagi non sono stati spiegati, i progetti non sono stati condivisi, e la visione complessiva – ammesso ci sia – non è mai stata raccontata in modo chiaro ai cittadini. Tutto è apparso come scollegato, frammentario, calato dall’alto”. “E nel frattempo, l’amministrazione litiga al proprio interno, arranca su proposte come l’occupazione di suolo pubblico, fatica a trovare un’unità persino su progetti circoscrizionali. Una coalizione che non sa parlarsi, e che soprattutto ha smesso di parlare con la città. Il dialogo si è interrotto. E questa è una delle colpe più gravi, per un’amministrazione che si era presentata con la promessa di costruire ponti, non muri, di fare rete non fare un soliloquio. Quando si prometteva condivisione e si agisce in solitudine, quando chi parlava di inclusione e si finisce per escludere persino le voci interne alla propria maggioranza… allora la sfiducia diventa inevitabile”. “La classifica di gradimento -conclude il portavoce – non è un capriccio. È uno specchio. E in quello specchio, oggi, il sindaco Tommasi e la sua giunta dovrebbero avere il coraggio di guardarsi. Perché Verona non ha bisogno solo di “fatti”: ha bisogno di coerenza, di visione, di verità. Ha bisogno – ancora una volta – di parole. Ma parole vere”. MB