Tommasi: “Mi aspetto di più da Verona”. La nostra intervista, il sindaco si confessa dopo 10 mesi “E’ difficile fare sistema, pochi pensano al collettivo, ci vuole un mago, non un regista’’. Appello alla Regione: ci dia più risorse. Problema sicurezza? Si, le mafie. Traforo? prima il filobus

Maurizio Battista

Si avvicina la scadenza del primo anno per il sindaco Tommasi ma di questi dieci mesi soprattutto gli ultimi sono stati vissuti pericolosamente, dal punto di vista politico, soprattutto per le battaglie scoppiate negli enti. Segnale di una città che non riesce a fare sistema, non tutti remano nella stessa direzione. E si percepisce la delusione del sindaco. Da qui si parte in questa chiacchierata con La Cronaca di Verona.
Sindaco Tommasi si aspettava che anche in Agsm-Aim scoppiasse lo scontro?
“Sì e no. La situazione di Agsm-Aim risente dello scontro politico. Sapevamo che la situazione è fragile, il tema politico è movimentato, da quando noi abbiamo revocato la presidenza e confermato Quaglino con parere contrario di Vicenza. Stiamo pagando fibrillazioni elettorali di Verona dello scorso anno con la mia elezione e ora il voto vicentino. Speriamo che poi la situazione si calmi. Massima vicinanza e sostegno completo al presidente Testa con il quale c’è convergenza sugli obiettivi aziendali”.
Anche perché di grane negli enti ce ne sono già abbastanza, vedi Fondazione Arena. Come sono le posizioni? Vi parlate tra soci? C’è dialogo?
“Il livello di fiducia non è quello che serve a questo ente; ci sono aspetti legali poi che non si possono ignorare, per esempio che il sindaco è presidente e rappresentante legale. Dobbiamo tutelare la città e quello che la Fondazione Arena significa come indotto sulla città”.
Chi gestirà l’extra lirica?
“Stiamo facendo verifiche legali su quanto avvenuto all’insaputa del sindaco, questo dà il livello di fiducia che c’è: non ci si fida nemmeno del Comune proprietario dell’anfiteatro. Dobbiamo muoverci nella legalità, stiamo approfondendo le responsabilità. E capire le responsabiltà di ciascuno, del consiglio di indirizzo, di chi ha modificato la società e così via”.
Qual è alla luce di tutto questo la cosa che la preoccupa di più?
“La sensazione che si faccia fatica a guardare avanti mettendo Verona al centro. Siamo fermi a strascichi dell’esito elettorale, non si pensa al collettivo, si strumentalizzano banalità e si fa fatica con tutti”.

“Tav, è stato sottovalutato il forte impatto su Verona”. “Sulle opere compensative si doveva fare meglio”. E non nasconde un po’ di delusione: “Qui ci vuole un mago non un regista”

Sindaco, cosa significa che si fa fatica con tutti?
“Si fa fatica anche con associazioni di categoria e corpi intermedi a ragionare in termini di progettualità politica. Ci sono situazioni da affrontare in modo collettivo come fatto per la Provincia mettendo da parte personalismi e al centro Verona. Questo mi preoccupa. Sapevo che la città soffriva di questo male, ma non vedo passi avanti. Vorrei una maggiore attenzione e risposte un po’ più pronte sui progetti e le iniziative. Mi auguro si possa superare questa situazione guardando alle cose concrete come le cerimonie olimpiche, la Tav, il filobus e così via”.
Manca un tavolo di regia, forse ci si aspetta che lo promuova il sindaco…
“Ma proprio questo manca: il lavoro propedeutico, le precondizioni. Difficile sedersi a un tavolo quando nella notte il bianco diventa nero. Ci vuole un mago non un regista. I fatti dicono che non si sta lavorando per questo, almeno adesso. Noi proviamo a fare rete tra i vari pezzi della città ma le premesse, la fiducia, l’onestà intellettuale, la visione di Verona al centro non sono ancora mature evidentemente”.
Che parte di città l’ha sorpreso di più in questi mesi?
“Sicuramente il vescovo Domenico”.
E quella che l’ha delusa?
“Direi che mi ha un po’ delusa quella parte produttiva di città che ha una visione internazionale però poi sul territorio fa fatica a farla transitare. Per esempio mi ha molto sorpreso che nessuno obiettasse qualcosa sul fatto che si nomina un sovrintendente a maggioranza e non all’unanimità. Nessuno si è sorpreso di questa assurdità”.
Veniamo ad alcune scadenze. Novità sul Central Park? Dite no al sottopasso?
“Abbiamo ancora un paio di mesi per esprimerci. La riflessione è sull’utilità di certe opere e capire come spendere bene per la collettività le risorse delle opere compensative della Tav. Il primo tema è andare avanti sul grande parco che rigenererà quell’area e il secondo è l’accessibilità a quest’area per chi arriva dal centro. Soluzioni che mi convincano non ce ne sono: avere un parco così grande e avere una difficile accessibilità è un controsenso per la cittadinanza. Ma sicuramente l’impatto delle opere della Tav sulla città sono molto di più di quelle che vengono calcolate come opere compensative”.
Si sarebbe dovuto trattare meglio con Rfi?
“Di sicuro si sta sottovalutando quello che comporterà per Verona una linea ferroviaria di questo impatto”.
Grandi opere e grandi appalti. E’ tornato l’allarme mafie e infiltrazioni della ‘ndrangheta: si vuole Dia e Dda. Ci sono novità da Roma?
“Al momento no. Dobbiamo capire dove andare a incidere a Roma e fare i prossimi passi, perché questa secondo la nostra Amministrazione è una necessità”.

“Venezia dia risorse per bus e Rsa”. “Nuovo Bentegodi? Dipende dagli Europei”. “Priorità al filobus, poi vedremo il Traforo”

Torna lo sport in Arena: avete modificato il protocollo con il ministero?
“No, non ancora. Ma non è importante per la cerimonia olimpica, mentre per l’appuntamento di metà agosto, con il volley, sarà una grande opportunità per rendere accessibile l’Arena a tutti. Sarà un grande evento per pubblico e impatto scenografico, sono molto ottimista sulla ricaduta di questi eventi in città”.
Stadio Bentegodi nuovo?
“Tutto è sospeso in vista della candidatura della città agli Europei del 2032. E’ chiaro che se dovessimo diventare sede degli Europei, come unica città del Triveneto, sarebbe obbligatorio risolvere il tema dello stadio e avremmo in quel caso le risorse per farlo. Ad aprile il deposito della candidatura e a fine anno la decisione della Uefa”.
Traforo delle Torricelle si va avanti o no?
“Bisogna capire innanzi tutto quali sarebbero le sue finalità: trasporto locale, autostradale, traffico pesante, traffico pubblico? Oggi la priorità è sulle opere già partite e sulle quali si sono già spese le risorse e che dobbiamo completare anche a costo di cantieri impattanti”.
Priorità al filobus allora?
“Va portato avanti fino in fondo. Sul traforo non c’è tabù ma si deve valutare in modo ponderato”.
Rapporti con la Regione? Quali dossier aperti ci sono?
“I rapporti sono ottimi, Verona ha sempre fatto poco per farsi sentire a Venezia e invece deve prendersi questa responsabilità. Con la Regione abbiamo due criticità: le risorse per il trasporto urbano e per le Rsa e sostegno alle Ipab e case di comunità. Noi dobbiamo essere più protagonisti nel Veneto, ma credo che anche Venezia debba fare qualcosa di più.
Verona città insicura: è reale o è solo una percezione?
“La sicurezza percepita è molto soggettiva, sicuramente è un tema elettorale ma i dati ci confermano come città sicura. La vera insicurezza secondo me e non è percepita, è quella legata al rischio di avere sul territorio persone specialiste nell’infiltrarsi nel tessuto produttivo. C’è un disequilibrio di attenzione, inversamente proporzionale a quello che dovrebbe essere. Le sentenze sulle infiltrazioni della criminalità non sono sensazioni ma realtà”.
Ordinanze in vista sull’acqua?
“No, per ora monitoriamo la situazione perché siamo preoccupati”.

Casa di Giulietta, si entra dal teatro. “E’ la soluzione migliore per via Cappello”. “Abbiamo proposte per l’ex Arsenale”

Giulietta statua ©Daniela Martin

Turismo: affitti brevi, locazioni turistiche e alberghi: pensate di intervenire?
“Il fenomeno delle locazioni turistiche riguarda tutte le città ed è legato al fatto che non c’è abbastanza offerta di camere, evidentemente. E dobbiamo garantire l’accoglienza. Uno degli aspetti sui quali mi piacerebbe lavorare con le associazioni di categoria sarebbe quello di predisporre un programma abitativo per le figure professionali che servono le aziende, manager e loro famiglie. Non ci sono disponibilità”.
Ci sono sviluppi per nuovi alberghi come il Marriott?
“No”.
Siamo carenti anche come foresteria universitaria.
“Sì è un’altra carenza grave. Abbiamo un’offerta bassa di posti letto rispetto all’utenza. Abbiamo molte realtà del Demanio e militari che dobbiamo sfruttare. Se vogliamo essere città universitaria dobbiamo intervenire e pianificare. Investitori privati che vogliono investire ci sono”.
Si parla ancora di Marangona: se tornasse a bussare l’Ikea cosa fareste?
“La proposta derrebbe valutata. Abbiamo molte richieste da affrontare, l’importante è rispondere con un no o un sì in tempi rapidi per rispetto dell’investimento. Proposte su Arsenale e altre aree ce ne sono anche per impianti sportivi. Dopo il bilancio, passeremo alla pianificazione”.
Si avvicina Pasqua, cosa farete per la Casa di Giulietta?
“Vogliamo rendere definitiva la soluzione che è stata sperimentata durante le festività e a San Valentino, prevedendo un ticket anche a beneficio del Comune. E’ una soluzione che si è dimostrata sostenibile e porta ordine nei flussi di visitatori. Altre soluzioni non sono compatibili con la sicurezza di via Cappello che è la vera criticità. Prima dell’apertura della stagione turistica vogliamo definire tutto”. (mb)