Tre scenari per il dopo Zaia. Forza Italia reclama il sindaco a Verona, ma i meloniani si prenotano

Solo dopo il risultato delle Marche si deciderà il presidente del Veneto. Bene, questo è stato il ritornello delle ultime settimane. E ora che nelle Marche si è votato cosa accadrà? Il testa a testa tra l’uscente Acquaroli di centrodestra e lo sfidante Ricci del centrosinistra costringe ad attendere la conta delle schede reali fino all’ultimo voto. Ma vediamo quali scenari si possono aprire per il Veneto che va al voto il 23 e 24 novembre per il dopo Zaia e di conseguenza anche per il sindaco di Verona (nel 2027). Vince Acquaroli. Se il centrodestra si riconferma nelle Marche, Fratelli D’Italia avrebbe la guida di una delle Regioni contese al voto e potrebbe lasciare il Veneto alla Lega che ha già indicato il segretario veneto Stefani. E’ probabile ma non è scontato. In una recente intervista il segretario veneto di Fratelli d’Italia, De Carlo, è stato molto netto e chiaro: «La scelta in Veneto spetta a noi di Fdl a meno che non si decida di essere generosi e lasciamola Regione a un alleato. Ma se Meloni me lo chiede, corro io». E poi: «La lega ha indicato Stefani ma l’accordo non è chiuso». Fatto sta che attorno al 20 ottobre si devono presentare liste e candidati per le regionali e ancora non si sa nulla e gli aspiranti al Consiglio regionale premono per avere certezze: andrò in lista o no? «E’ tempo di scegliere» e l’annuncio ci sarà «a giorni» assicura De Carlo. Vince Ricci. Nel caso in cui le Marche andassero al centrosinistra, Meloni punterebbe subito i piedi reclamando la guida del Veneto. Fratelli d’Italia infatti rischierebbe di restare senza la guida di neppure una Regione. E in Veneto è forte del 37% alle ultime elezioni. Difficile pensare che in caso di sconfitta nelle Marche Fratelli d’Italia si sacrifichi ancora con tanta generosità per gli alleati. E la Lega farebbe davvero fatica a difendere la presidenza della Regione. Cosa potrebbe offrire? la guida della Lombardia a Fratelli tra due anni? Troppo tempo. Sindaco di Verona. Ma ecco che sul tavolo allora potrebbe finire anche la candidatura a sindaco di Verona. La Lega potrebbe dire a Fratelli d’Italia che nel 2027 la candidatura a sindaco sarà del partito della Meloni. Forse proprio per questo l’altro giorno il ministro Antonio Tajani da Telese ha ripetuto per l’ennesima volta che il sindaco di Verona spetta a Forza Italia. Tanto per ribadire i paletti della trattativa prima di arrivare al tavolo nazionale. E quindi il nome naturale per Forza Italia è quello dell’ex sindaco di Verona, Flavio Tosi. Ma rischia di essere un nome divisivo, perché la Lega farebbe fatica a votarlo dopo i noti scontri con Salvini e con Zaia mentre Fratelli deve ancora digerire la rottura con Sboarina che portò il sindaco uscente a perdere con conseguente vittoria del candidato del centrosinistra Damiano Tommasi. E anche se il candidato sindaco fosse di Fratelli d’Italia, l’unità del centrodestra sarebbe molto difficile perché Forza Italia cosa avrebbe in cambio? Ma torniamo al punto di prima: in questa trattativa, Forza Italia a che cosa punta? Potrebbe reclamare la presidenza della Regione, ma De Carlo ha fatto notare che il partito di Tajani è già ben rappresentato (per esempio ha il Piemonte) e allora prenota il sindaco di Verona. Ma ci sarà anche la trattativa sugli assessori regionali e non sarebbe strano che Forza Italia per esempio chiedesse l’assessorato alla Sanità, incarico ricoperto in passato proprio da Tosi. Le carte cominciano a vedersi sul tavolo. I prossimi giorni saranno decisivi. E sicuramente non c’è nulla di scontato.