Tudor sincero: “Ibra? Meglio fuori…” “E’ ancora uno dei più forti... Theo Hernandez? Non credo che il Milan sia meno forte”

Botta e risposta con Igor Tudor alla vigilia del match di San Siro.
Come arrivate alla sfida contro il Milan?
“Abbiamo lavorato bene con chi è rimasto. I nazionali hanno fatto bene, hanno vinto tutti, mi sembra, ed è positivo per il morale. Non vediamo l’ora inizi la partita, contro una grande squadra e in un grande stadio”.
Mancherà Theo Hernandez.
“Non credo che un giocatore cambi le dinamiche di una squadra. Il Milan è una delle squadre che stanno meglio in Serie A, insieme al Napoli. Mi aspetto una partita molto difficile”.
Cosa vuole migliorare?
“Abbiamo lavorato su tutto. Si tratta di un processo quotidiano di lavoro, com’è giusto che faccia l’allenatore di una squadra. L’obiettivo è progredire, poi ci sono i nazionali, altre problematiche da questo punto di vista. C’è sempre meno possibilità per un allenatore di lavorare: si gioca ogni tre giorni, è un lavoro totalmente diverso”.
Prepara qualche nuova sorpresa per la partita?
“Guardo l’allenamento, al tipo di partita. A volte indovino, altre no: ti confronti con i tuoi collaboratori e poi scegli”.
Quanto è importante il ritorno di Veloso?
“Miguel è un ragazzo importante, dentro e fuori dal campo. Sono felice sia tornato: ha fatto due o tre settimane buone di lavoro. La sua presenza in allenamento si sente, ha fatto cose importanti qui negli ultimi anni, e la squadra riconosce la sua leadership. E’ un leader assoluto”.
Ha pensato a un Milan con e senza Ibra?
“Se Ibra non gioca sono contento, lo considero ancora uno dei più forti. Ho visto che potrebbe andare in panchina: è un giocatore importante per loro. Abbiamo pensato a queste soluzioni, sia che giochi dall’inizio sia che subentri a gara in corso”.
Cosa prenderebbe in prestito dal Milan?
“Una squadra rappresenta tanto il suo allenatore, se questi resta per diverso tempo. Se il Milan è questo buona parte dei meriti va all’allenatore: Pioli mi è sempre piaciuto, sia in campo che nel modo di fare. Nel calcio un allenatore deve sempre prendere un po’ dagli altri, ma poi deve metterci la sua visione del calcio. Si vede che il Milan lavora bene, anche dal punto di vista fisico. Poi ci sono anche cose concrete, posizioni in campo, c’è un buon spirito: è una grande motivazione per noi, per andare là a far bene, con rispetto ma anche con voglia di far bene. Sono le partite più belle: andare a quel tempio che è San Siro e fare il meglio possibile è il nostro obiettivo, indipendentemente da come sta il Milan”.