Un altro detenuto s’impicca in cella. Si tratta di un cittadino albanese. Il numero dei morti dietro le sbarre sale così a 67

Casa Circondariale a Montorio
Casa Circondariale a Montorio

«La Strage di Stato in carcere non ha fine. Due morti nel giro di poche ore: nella casa circondariale a Montorio, un detenuto di origini albanesi che si è impiccato in cella e un detenuto con problemi psichiatrici della Rems di San Nicola Baronia, in provincia di Avellino, è deceduto nel Reparto di Rianimazione del ”Moscati” di Avellino dove era stato ricoverato lo scorso 29 settembre a seguito di percosse. II numero dei morti sale a 67». Così Aldo Di Giacomo per il quale: «le due ultime vittime sono accomunate da storie di profondo disagio sociale e anche mentale per il detenuto di Avellino. Sono questi i problemi veri dell’emergenza carcere segnata profondamente da sovraffollamento e da persone con problemi psichici che non dovrebbero trovarsi negli istituti penitenziari e, come è arcinoto, i Rems non sono in grado di assolvere ad alcuna funzione di cura della salute mentale. Accade invece – continua Di Giacomo – che si preferisce spostare l’attenzione dell’opinione pubblica con le storie ”pruriginose” dei preservativi distribuiti in carcere (a Pavia) e delle prime stanze dell’amore (Padova). Le esternazioni sui suicidi in carcere da parte del Ministro Nordio, che tenta goffamente di negare l’innegabile e quindi quello che è da tutti riconosciuto come un ”allarme sociale”, preoccupano soprattutto il personale penitenziario che avverte per la funzione svolta che Il carcere non può diventare luogo di morte e non può rinunciare al compito di espiazione di pena. Persino l’affermazione del Ministro ”siamo sotto la media” è smentita dai numeri perché negli ultimi tre anni (2022-2024) i suicidi sono stati 243 con il numero più negativo lo scorso anno (91) mentre basterebbe una semplice proiezione alla fine di quest’anno per capire quanto pesano gli attuali 67 suicidi». Per Di Giacomo «in qualsiasi Paese civile e democratico dopo le gravi esternazioni ci sarebbero state richieste di dimissioni tenuto conto che già in passato il Ministro ha ”floppato” con l’istituzione di una task force sui suicidi che non ha lasciato traccia. C’è poco da studiare il fenomeno. C’è da realizzare negli istituti uno sportello di assistenza psicologica e da aumentare il numero di medici, assistenti sociali. Gli under 40 anni, i detenuti alla prima detenzione, gli stranieri, specie stranieri o extracomunitari, insieme a tossicodipendenti e persone affette da malattie psichiche sono le categorie della popolazione carceraria a maggiore rischio. Tutto ciò mentre risorse finanziarie e personale destinato alla sanità penitenziaria sono ampiamente insufficienti. Con l’aggravante che medici e personale sanitario, non adeguatamente tutelati e vittime di continue aggressioni e minacce dei detenuti, vanno via».