Un gruppo di soccorritori che interviene “su strada” I volontari di Anioc Verona sono addestrati all’uso del defibrillatore automatico

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“Chiunque può salvare una vita umana!”. Ad affermarlo è Adelino Fasoli, Coordinatore Anioc Aps Verona, realtà nata con l’obiettivo di “creare ciò che ancora – almeno nella nostra città – non esisteva: un servizio di supporto alla cittadinanza “su strada”. Scopriremo di cosa si tratta, nel corso dell’intervista che segue.
Come è nata la vostra realtà?
Il Gruppo di volontari operatori DAE dell’Anioc Verona è nato nel 2019, dalla volontà di creare un insieme di persone addestrate all’uso del DAE (defibrillatore automatico esterno) per intervenire in caso di arresto cardiaco improvviso. Il gruppo è nato con l’intento principale di creare ciò che ancora – almeno nella nostra città – non esisteva: un servizio di supporto alla cittadinanza “su strada”.
Questo significa che i nostri volontari non sono supportati da nessuna ambulanza, ma girano principalmente per i parchi più grandi della città e nelle vie periferiche del centro, intervenendo celermente in caso di arresto cardiaco, con il defibrillatore che portano sempre nello zaino. L’abilitazione all’utilizzo del DAE viene rilasciata dall’IRC (Italian Resuscitation Council).
Qual è la mission dell’associazione?
La mission della nostra associazione è quella di promuovere la diffusione e l’uso corretto ed efficace dei defibrillatori automatici esterni, delle manovre da compiere al fine di salvare vite umane in caso di arresto cardiaco. Ricordiamo che bastano pochissimi minuti di anossia, e quindi assenza di ossigeno, al cervello per avere lesioni anche molto gravi. Per questo motivo è fondamentale un intervento precoce in attesa dell’arrivo del soccorso avanzato. Questa non è l’unica mission: all’interno del Gruppo è nato anche il Tavolo della Legalità e dell’Uguaglianza, costituito con lo scopo di riunire i rappresentanti delle diverse istituzioni chiamate a vario titolo ad occuparsi di legalità ed uguaglianza, con l’obiettivo di organizzare nelle scuole interventi informativi e formativi. È nata una bellissima collaborazione con Roberta Gatani, nipote di Paolo Borsellino, e con “La Casa di Paolo”; dall’anno scorso, abbiamo iniziato ad organizzare un viaggio della legalità a Palermo per i ragazzi delle medie di Zevio, in occasione della commemorazione della strage di Capaci. Oltre a questo, abbiamo una squadra cinofila, che è in fase di addestramento per la ricerca di bocconi avvelenati nei parchi.
Su quale territorio operate?
Siamo presenti nel Comune di Verona, collaboriamo con il Comune di Villafranca, e abbiamo attivato il Pontoncello CardioProtetto, dove percorriamo in bici il tratto di Adige che va da San Giovanni Lupatoto a Zevio, con il Dae sempre negli zaini.

Nelle scuole per corsi di formazione

Avete in cantiere progetti di cui vorreste parlare in particolare?
L’associazione è impegnata a sensibilizzare la popolazione sull’importanza di queste manovre, nelle scuole e alla cittadinanza. Con il supporto di un centro formativo, organizziamo corsi di formazione sull’uso del DAE, corsi di primo soccorso pediatrico e disostruzione delle vie aeree, aperti a tutta la comunità.
Mi racconta una “storia virtuosa” sorta grazie al contributo della vostra realtà?
Non so se si possa definire una storia virtuosa, ma sicuramente è una storia che rappresenta l’essenza della nostra associazione. Una sera eravamo in servizio in centro città, all’intersezione tra via Mazzini e via Cappello ci viene incontro un ragazzo con il bastone e piuttosto affannato, chiedendoci aiuto. Ci siamo fermati con lui, l’abbiamo fatto sedere e chiesto alcune informazioni in modo che si tranquillizzasse, e nel frattempo gli abbiamo misurato i parametri. Fortunatamente abitava lì vicino, e ci ha chiesto la gentilezza di accompagnarlo perché non se la sentiva di tornare a casa da solo. Lo abbiamo accompagnato fino all’appartamento, ci ha offerto una bibita e ci ha parlato un po’ di lui e della sua vita. Da quella sera è nata una bella amicizia, ci vediamo e ci teniamo in contatto per sapere come sta.
Questo a dimostrazione che non è soltanto un “servizio di controllo” in giro per la città, ma che a volte il nostro intervento e la nostra presenza sono molto importanti per chi ha bisogno di un supporto e a volte anche solo di una parola di conforto.
Di che tipo di supporto avete maggiore bisogno?
Essendo un’associazione di volontariato, sicuramente il primo supporto utile è dal punto di vista economico: gli unici aiuti provengono da qualche azienda amica che ci supporta con alcuni contributi o con del materiale.
Sicuramente il nostro bisogno primario ora sarebbe avere un mezzo furgonato per poterci spostare e portare avanti tutte le nostre attività, senza utilizzare i mezzi personali.
Cosa vi augurate dal futuro per la vostra realtà?
Innanzitutto, che si uniscano sempre più persone volenterose alla nostra associazione che – ricordiamo – è formata da soli volontari. Appartenere ad un’associazione di volontariato richiede sicuramente impegno, dedizione e collaborazione, ciò non toglie che ci siano momenti goliardici di assoluto svago. Oltre a questo, ci auguriamo che ci sia sempre più interesse verso questi argomenti da parte della comunità: anche essere un cittadino partecipe e attivo richiede impegno e collaborazione con gli Enti e le realtà del territorio. Questo è uno degli obiettivi che cerchiamo di portare avanti anche con i nostri corsi: sensibilizzare la comunità per aumentare la consapevolezza che chiunque può salvare una vita umana. Chiunque!
Stefania Tessari
Puntata numero 36