Un Oscar per Anna, “romana de Roma” Sessantacinque anni fa, il premio per Anna Magnani, inimitabile “Serafina delle Rose”

21 marzo 1956, per la prima volta un’interprete italiana nella storia degli Academy Awards vince il Premio Oscar come migliore attrice protagonista. A vincerlo, è Anna Magnani, la romana de Roma che ha dato voce a Serafina Delle Rose, nel celeberrimo film La rosa tatuata del 1955. Insieme a lei, ha recitato Burt Lancaster, con la regia di Daniel Mann.
Ma chi è Anna Magnani? Quale significato ha avuto per lei il premio Oscar?
La Magnani è il simbolo della romanità cinematografica del XX secolo, è stata una delle più famose attrici del tempo e ha lasciato un’eredità culturale incredibile alle sue spalle. Oltre all’Oscar del 1956, ha vinto due David di Donatello, cinque Nastri d’argento, un Globo d’oro, un Golden Globe (per la migliore attrice in un film drammatico, ancora La rosa tatuata), un BAFTA, due National Board of Review, un New York Film Critics Circle Award, una Coppa Volpi a Venezia e un Orso d’argento a Berlino.
La strada che l’ha condotta al cinema, l’ha trovata da giovanissima: dopo un’infanzia trascorsa con zie e nonne, senza conoscere il padre e con un rapporto deludente, quasi inesistente, con la madre, Anna ha studiato per due anni pianoforte al Conservatorio. Ma subito ha compreso che la sua via era un’altra e, infatti, il suo talento per la recitazione è stato individuato non appena ha varcato le soglie della scuola di arte drammatica Eleonora Duse.
Da quel momento, è iniziato il viaggio che l’ha portata davanti a cineprese, a conoscere i grandi del mondo della cultura, a crescere, sposarsi, avere un figlio, recitare e recitare, vincere premi.
Nel 1956, però, non ha presenziato alla cerimonia di consegna degli Oscar: la sua statuetta è stata ritirata da Marisa Pavan, candidata come migliore attrice non protagonista per lo stesso film. Quando ha ricevuto la telefonata con la comunicazione della vittoria, Anna è rimasta in silenzio per poi esclamare: “Magnani is happy!”.
Quello è stato – così lei lo ha definito – il giorno più bello e faticoso della sua vita. Non si sapeva se avrebbe vinto la Palma, così è restata sveglia fino alle 4 di notte, in attesa di sentire squillare il telefono. Poi si è addormentata, ma una chiamata dall’America l’ha svegliata alle 5 e mezza del mattino. A quell’ora è iniziata la sua giornata: 47 fotoreporters e almeno 30 giornalisti si sono recati alla sua porta, le fotografie e le interviste sono continuate fino a notte fonda, così come i festeggiamenti. I primi a parlarle, quella mattina, l’hanno trovata in vestaglia e “completamente felice”.
Felice sicuramente per sé, per la propria carriera e il proprio riconoscimento, ma – soprattutto – per l’Italia, Roma in particolare. Dalle parole rilasciate durante le sue interviste si evince un fortissimo e profondo amore per la patria e per la città che l’ha vista crescere, insieme al desiderio di rendere omaggio alla propria terra, di mostrare al resto del mondo cosa è in grado di fare.
Il premio l’ha vinto grazie al suo ruolo di Serafina delle Rose, protagonista di La rosa tatuata. Un film drammatico, che indaga la natura dei rapporti che ci legano agli altri e il valore (e l’unicità) della vita. Un film onesto, malinconico, disilluso, ma che regala un barlume luminosissimo di speranza. Un film di rinascita. Un film che ha fatto conoscere l’Italia al resto del mondo.

Elettra Solignani