Un ragazzo veronese contagiato in Croazia: “Con me c’erano altri ragazzi. Ora devono fare il tampone” "Ho mal di gola e spossatezza, ma spero di rimettermi presto"

“Ora sono in quarantena, spero di rimettermi presto”. Un giovane ventenne, che chiameremo Paolo ma che desidera rimanere anonimo, ha contratto il virus in una vacanza in Croazia. Rientrato in Italia, ci racconta cosa è successo.

Come era stata organizzata la vacanza?
Mi sono rivolto ad un’agenzia di viaggi insieme alla mia comitiva, composta da 18 persone. La fascia d’età va dai 18 ai 25 anni, e in generale tutto il gruppo che si è rivolto all’agenzia ammontava ad una cinquantina di persone. Ci era stato detto che avremmo potuto usufruire di un pullman per coprire la tratta dall’Italia all’isola di Pago, in Croazia. Nonostante ciò, abbiamo preferito arrivare a destinazione con un’altra modalità, ma per il resto ci siamo affidati alle attività e ai servizi offerti dall’agenzia. La durata della vacanza è stata una settimana, e abbiamo scelto Pago e Novaglia perché sono le località più frequentate da giovani turisti come noi, dal momento che pullulano di locali e discoteche all’aperto”.

Cos’è successo, una volta tornati a casa?
Rientrati in Italia, siamo venuti a conoscenza di persone risultate positive al Covid, nella comitiva dell’agenzia alla quale ci eravamo agganciati. Lo abbiamo scoperto dall’Ulss n.9 Scaligera: alcuni ragazzi di Bologna avevano preso il virus. Mi sono sottoposto anche io al tampone, e mi sono reso conto di essere parte dei contagiati. Siamo stati tutti invitati ad effettuare un isolamento preventivo, tampone o no, e in questo momento sono a casa da solo in un appartamento. Non mi è stato detto di assumere nessun farmaco, in quanto sembro un asintomatico che ha solo mal di gola e spossatezza. Sulle prime avevo pensato di aver preso un colpo d’aria dovuto all’aria condizionata.

L’agenzia vi ha contattati, una volta rientrati in Italia?
L’agenzia di fatto non si è interfacciata con noi in alcun modo, ha dato solo i nostri nominativi all’Ulss; peraltro senza chiedere il consenso. Siamo rimasti un po’ spiazzati perché non abbiamo nemmeno utilizzato lo stesso pullman dei bolognesi, né all’andata né al ritorno, e personalmente non posso dire di conoscere questi ragazzi. Le attività organizzate non prevedevano per forza che stessimo sempre tutti insieme.

Qualche idea su dove tu possa aver preso il virus?
Non lo so per certo, ma se dovessi dire un posto preciso, direi le discoteche o i bar che abbiamo frequentato. Come in Italia, una volta seduti al bar la mascherina si può togliere ma questo non impedisce al virus di potersi diffondere in qualche modo ai tavoli vicini. Per quanto riguarda le discoteche, erano all’aperto, ma non c’erano assolutamente distanziamenti di almeno un metro, né tantomeno igienizzanti e mascherine. Potrei averlo contratto personalmente, oppure attraverso i miei compagni di stanza, non so. Quello che posso dire, è che negli altri spostamenti che ho fatto, indossavo sempre la mascherina: c’era una navetta che collegava giornalmente Novaglia ad una città vicina, e a bordo era obbligatorio proteggersi a dovere.

Adesso com’è la situazione?
Al momento stanno effettuando i tamponi anche alle altre persone che erano con me, ma non so altro. Resto in isolamento e spero di rimettermi presto del tutto ”.

Beatrice Castioni