Un veronese su due sposta altre visite Il 41% della popolazione ha annullato o comunque ridotto controlli programmati

La pandemia di Covid-19 sta cambiando le nostre abitudini e questo riguarda in modo particolare l’ambito della salute e della prevenzione, come dimostra il fatto che negli ultimi mesi il 41% dei veronesi ha annullato, o comunque ridotto a quelle indispensabili, le visite mediche che aveva programmato. Una scelta che per un quinto dei veronesi (22%) è stata determinata dalle decisioni delle strutture sanitarie che, dovendo fronteggiare l’emergenza dettata dalla pandemia, si sono viste costrette a posticipare o addirittura cancellare parte delle visite.
Lo rileva l’Osservatorio Sanità di UniSalute realizzato con Nextplora per indagare le abitudini degli italiani – dei veronesi in particolare – in ambito di salute e prevenzione.
Un problema, quello della procrastinazione delle visite e degli esami di controllo, che avrà strascichi anche nel corso del 2021: più di un veronese su tre (35%) dichiara infatti che si sottoporrà solo a visite essenziali e solo in caso di bisogno; a questi bisogna aggiungere un altro 21% composto da quegli abitanti di Verona che, volendo limitare al massimo le probabilità di venire a contatto con il virus, preferiscono evitare luoghi come cliniche e strutture mediche che considerano “a rischio”. Meno di un terzo dei rispondenti (30%) è sicuro di voler mantenere la propria abituale routine medica.
La questione del recupero delle visite è un tema che nelle ultime settimane viene sempre più discusso anche perché potrebbe rappresentare un’altra sfida per l’intero sistema sanitario che rischia di dover affrontare una domanda di prestazioni molto più elevata del solito. Un rischio che stanno valutando molti veronesi, tanto che quasi uno su quattro (22%) dichiara che si affiderà alle strutture private per recuperare visite e controlli arretrati; una scelta che per il 60% dei casi è determinata dalla ricerca di tempi di attesa più brevi.
Ma non è solo il Covid a cambiare le abitudini degli abitanti di Verona, a questo si aggiunge un fattore più strutturale, che la pandemia ha però sicuramente accentuato: quello economico. Il 10% del campione afferma che farà meno visite perché non può sostenere i costi relativi. Voce che sembra in aumento, nella percezione delle persone.
Oltre un veronese su quattro (27%), infatti, ha avvertito negli ultimi anni un incremento dei costi delle prestazioni mediche sia nelle strutture pubbliche che in quelle private. Ma in che modo gli scaligeri cercano di mitigare l’impatto dell’aumento dei costi delle prestazioni mediche? Uno su due indica le iniziative di screening gratuito (51%) mentre un terzo degli intervistati (31%) vede nelle assicurazioni sanitarie il mezzo più adatto per ottenere servizi medici al giusto prezzo. Un ulteriore 32% prende invece in considerazione altri servizi in grado di garantire prestazioni mediche a costi minori.
Che ci si rivolga a strutture pubbliche o private, ciò che interessa ai veronesi è di poter contare su prestazioni di qualità. Ma su che basi valutano lo standard delle strutture sanitarie e del servizio ricevuto? Innanzitutto sulla competenza del personale medico (43%), ma anche sui tempi per ricevere i servizi (20%).