“Una bomba in campo !” Verona-Juve, il 20 marzo ‘77, un ordigno viene lanciato probabilmente dalla Sud Lo scopre un raccattapalle, viene coperto e lasciato nella “buca” del salto in alto

Raffaele Tomelleri

Accadde 42 anni fa. Era il 20 marzo ’77, il giorno di Verona-Juventus. Quasi mai una partita “normale”, non lo fu nemmeno quella, in campo e fuori. In campo, giusto per chiarire, successe di tutto, proprio allo scadere. Cross di Zigoni, testa di Petrini, gol. L’arbitro era Michelotti, annullò “perchè la palla di Zigoni era già uscita”. Zigogol, ancora adesso, sostiene che era dentro e che Michelotti fischiò “perchè dall’altra parte c’era la Juve”. A distanza di trentacinque anni fa, quella partita fa ancora discutere. Finì tra le polemiche, non solo sportive. Il giallo vero scoppiò più tardi, quando si seppe che, in campo, prima del match, era stata trovata addirittura una bomba. Quel giorno allo stadio c’erano cinquantamila spettatori. Pensate un po’…

LA SCOPERTA. L’ordigno in dotazione all’Esercito, venne lanciata in campo, più o meno mezz’ora prima del match. Dall’alto della curva sud, finì sulla pista di atletica, vicino alla “buca” del salto in alto. Se ne accorsero alcuni raccattapalle, che la segnalarono ai poliziotti in servizio. Facile immaginarsi la bagarre di quei momenti. “Che si fa?”. Gradinate gremite, necessità di gestire l’emergenza con grande attenzione. Il Questore, dott. Pirella, con i suoi collaboratori, scelse la via del buon senso. Verificato che la sicura era ancora al suo posto, ordinò di “interrarla” e coprirla nella buca dell’alto. Sotto il saccone. Nel primo tempo, in quella porta, giocò Superchi. Nella ripresa toccò al grande Zoff. “Non lo sapevo di sicuro” commentò SuperDino. “Mi hanno anche detto che bombe di quel genere possono provocare un botto tremendo, ma non provocano grossi danni, se non ti esplodono vicino. Certo, ormai anche allo stadio non c’è più sicurezza…”.

L’ESPLOSIONE. L’ordigno venne fatto brillare dopo il match, dal sergente maggiore degli artificieri Ignazio Tafano, con una carica di tritolo. Le indagini furono condotte da subito con grande determinazione. Un testimone raccontò di aver visto il lancio della bomba e fornì indicazioni importanti. In pochi giorni, vennero arrestati i presunti colpevoli, tre ultras gialloblù, uno dei quali minorenne. I tre confessarono. Il sedicenne, in particolare, raccontò di volerla usare “contro i pullman di tifosi bianconeri”.

I COMMENTI. Il fronte, come a volte succede, si divise. Ci fu chi parlò di strategia della tensione e chi liquidò la questione, semplicemente, come gli eccessi del tifo ultras. I quali, non tardarono a rivendicare il gesto con un foglietto manoscritto. “Un’intimidazione per il fronte bianconero – scrissero – ma anche un segnale per i tifosi milanisti, laziali, sampdoriani e “tutti gli altri” che dovranno venire al Bentegodi”. Questo accadeva 42 anni fa, come oggi.