Una spinta alla raccolta differenziata L’assessore Ferrari: “Bisogna raggiungere la media delle altre Province venete”

“La Tari è una partita di giro e il Comune non ci fa cassa dato che per legge, ciò che il Comune paga per lo smaltimento dei rifiuti viene poi girato sui cittadini e sulle altre utenze. Anzi, dallo scorso anno, la Giunta destina 1 milione di euro derivanti dalla tassa di soggiorno a coprire due terzi dell’adeguamento della Tari”.
L’assessore ai Tributi, Michele Bertucco, ha chiarito come l’incremento della tassa sui rifiuti “sia dovuto ad un adeguamento alla nuova normativa regionali che ha aumentato il costo alla tonnellata dello smaltimento in discarica della raccolta indifferenziata e la decisione del Governo nazionale di applicare al “prodotto” rifiuto l’Iva al 22% e non più al 10. Fermo restando che siamo la città veneta con la Tari più bassa dopo Belluno, nonostante le pesanti conseguenze del costo di smaltimento della raccolta indifferenziata che rappresenta solo il 53% di quella totale. Una percentuale che abbiamo ereditato dalle precedenti amministrazioni. Non solo, il nostro Comune si caratterizza per uno tra i livelli di Tari più bassi d’Italia”.
L’aggravio del costo di smaltimento derivante da questi fattori è pari a circa 1,5 milioni di euro, coperto per due terzi con il milione derivante dalla tassa di soggiorno che essendo una tassa di scopo può essere utilizzata anche per questo fine.
“Ricordiamo che Verona è una tra le prime città turistiche italiane – ha concluso Bertucco – e anche i visitatori producono rifiuti che vanno smaltiti”.
Per citare qualche esempio, a fronte di una percentuale media della Tari del 4%, una famiglia composta da 3 persone che vive in un appartamento di 100 metri quadri, nel 2025, pagherà 7,21 euro in più, con un aumento del 3,08% in più. Un single paga 4,02 euro in più rispetto allo scorso anno, il 2,62% in più. Venendo alle utenze non domestiche con superfici pari a 100 metri quadri, i bar, caffè e pasticcerie pagheranno 1.456 euro contro i 1.402 del 2024, il 3,84% in più. Più sensibili gli aumenti per i negozi di calzature, estetiste e parrucchieri e uffici si attestano su una variazione percentuale del 5,75%.
“Le riflessioni che possiamo fare sono tante, – ha aggiunto l’assessore all’Ambiente e alla transizione ecologia, Tommaso Ferrari – ma si sintetizzano nel fatto che dobbiamo darci una mossa e dobbiamo quanto prima far sì che anche Verona raggiunga la media di raccolta differenziata delle altre province. Il ciclo della raccolta differenziata inizia dalle nostre case e dalle nostre attività. Siamo consapevoli che questo sia un cambiamento culturale difficile, ma è improcrastinabile. La nostra città è già in ritardo e le conseguenze le paga la collettività. La raccolta differenziata in sesta circoscrizione con l’adozione delle nuove modalità di conferimento è salita dal 47,4% al 66,8% in un mese. La strada da seguire, quindi, è questa. Quest’autunno procederemo con il sistema misto cassonetti ad accesso controllato e porta a porta anche nella 4^, 5^ e poi in 1^”.
A criticare i rincari era stato il Consigliere regionale Stefano Casali, esponente di Fratelli d’Italia che aveva chiesto, non solo di abbassarla, ma di rimborsare i cittadini che, viste le condizioni in cui si trova Verona, non hano ricevuto il servizio per cui pagano. “A fronte di un servizio assente, i cittadini hanno diritto a un ristoro, non a un rincaro. Il sindaco ne prenda atto e intervenga: Verona merita rispetto”, aveva concluso Casali.
Sulla stessa lunghezza d’onda Patrizia Bisinella (Fare) per la quale “Il Comune fa gravare gli errori della gestione dei rifiuti sulle tasche dei cittadini”.
Sulla questione interviene anche Giuseppe Rea, Consigliere Comunale Verona 5 Stelle. “Il Centro-Destra, come al solito, – dice – si dimostra senza coscienza politica, lamentandosi dell’aumento della TARI con questa Amministrazione, ben sapendo che sono stati loro la causa. Lamentarsi del comportamento altrui, senza aver fatto nulla nelle passate amministrazioni per implementare la raccolta differenziata, quando ne avevano ampia possibilità, è la rappresentazione perfetta di una politica che attende che a metter mano alle riforme siano gli altri”.