A meno di un mese dalla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne in programma per il prossimo 25 novembre, il nostro territorio, nonostante i continui appelli e iniziative, deve registrare un nuovo femminicidio. I Carabinieri della Compagnia di Pescheria del Garda hanno sottoposto questa notte a fermo di polizia giudiziaria Reis Pedroso Douglas cittadino brasiliano di anni 41 perché gravemente indiziato di avere ucciso, all’interno della propria abitazione a Castelnuovo del Garda, con un numero imprecisato, ma comunque smisurato di coltellate la compagna, Stapazzolo Custodio de Lima Jessica nata anch’essa in Brasile, di anni 33. E’ stato Reis Pedroso Douglas, verso la mezzanotte, a chiamare i Carabinieri manifestando intenti suicidari e così sono partiti gli accertamenti prima verso di lui e poi, a seguito delle sue informali ammissioni, il cadavere è stato rinvenuto nella sua abitazione di Castelnuovo. Il coltello è stato rinvenuto all’interno della sua vettura. Reis Pedroso, che ha alle spalle una condanna per rifiuto dell’accertamento dello stato di ebrezza e che dagli accertamenti risulta fare un uso smodato di alcool e di stupefacenti, si trova già sottoposto a procedimento penale per numerose ipotesi di reato: maltrattamenti, nonché lesioni volontarie in danno proprio della compagna commessi quantomeno da agosto 2024 ad aprile 2025. La Procura della Repubblica di Verona, nella stessa indagine preliminare, ha anche contestato alcuni fatti di violenza sessuale dal medesimo commesi nel dicembre 2024 in danno della sorella della Stapazzolo Jessica, ed infine condotte di resistenza e minaccia in danno dei Carabinieri intervenuti. In seguito a questo evento il Questore di Verona aveva emesso provvedimento di ammonimento. Si precisa che, esaurite le investigazioni il17 settembre la Procura ha chiesto al Giudice delle indagini preliminari il rinvio a giudizio per tutti questi reati.
Braccialetto elettronico arrivato tardi. Il dispositivo consegnato solo il 19 maggio. Il brasiliano non ce l’aveva addosso ed è sparito
Il brasiliano era ben noto alle forze dell’ordine. Nel corso delle indagini preliminari, e precisamente il 21 aprile 2025, i Carabinieri della Compagnia di Caprino Veronese avevano proceduto al suo arresto in flagranza di reato in quanto si era reso protagonista di un ennesimo episodio di violenza in danno della compagna Stapazzolo Jessica, consistito questa volta nella seguente condotta: «gettandola a terra, trascinandola per i capelli sull’asfalto, colpendola con tre pugni al volto e infine colpendola ripetutamente al volto e al collo con la chiave della sua autovettura». In quel caso il giudice, su richiesta della Procura, aveva convalidato l’arresto ed applicato la misura cautelare. Al momento attuale, e precisamente dal 23 aprile 2025, quindi Reis Pedroso era sottoposto al divieto di avvicinamento alla persona offesa ed ai luoghi dalla stessa abitualmente frequentati mantenendosi ad una distanza di 500 metri dalla persona e dai luoghi. Per Reis Pedroso era in vigore il divieto di contattare con qualsiasi mezzo la persona offesa e anche il divieto di dimora nel Comune di Ponti sul Mincio dove la donna era domiciliata. Tuttavia l’intervento congiunto di installazione dei dispositivi per espressa comunicazione da parte di Fastweb spa si era potuto concretizzare, ad opera dei Carabinieri, solo il successivo 19 maggio 2025. Praticamente con un mese di ritardo. In pratica, solo in quest’ultima data, al Reis Pedroso era stato installato il cosiddetto braccialetto elettronico, ed alla donna era stato consegnato l’apposito apparato ricevitore spiegandole il funzionamento. «Al momento del fermo si legge in una nota del procuratore della Repubblica Raffaele Tito – il Reis Pedroso è stato trovato senza il braccialetto elettronico ed i Carabinieri lo stanno attualmente ancora cercando, mentre l’apparato consegnato da FastWeb spa alla persona offesa è stato rinvenuto nascosto nel garage della abitazione della madre a Ponti Sul Mincio». Sono in corso investigazioni per il rintraccio del braccialetto elettronico e per capire quando e dove il Reis Pedroso se ne è disfatto.
Serve rete di protezione per le vittime. «Non è possibile che la salvezza delle donne sia affidata al coraggio personale»
L’episodio di Castelnuovo ha subito riaperto il dibattito sul tragico fenomeno del femminicidio che non conosce sosta. «Questo ennesimo femminicidio – dicono Franco Bonfante, Segretario Provinciale Pd Verona e Sabrina Ugolini, portavoce Donne Democratiche Verona – accade a brevissima distanza, sia temporale che geografica, da quello di Pamela Genini a Milano, e mette drammaticamente in luce la l’insufficienza delle attuali misure di contrasto al fenomeno. Donne che denunciano e poi ritirano la querela, denunce che non sono seguite da adeguate misure di protezione, richieste di aiuto sottovalutate o non credute: la varietà dei casi che la cronaca ci propone ogni giorno conferma che la violenza domestica è ancora troppo spesso percepita come un affare privato, e non come una questione di sicurezza pubblica che richiede un intervento immediato e coordinato. Per questo, come Partito Democratico, torniamo a ribadire l’importanza di educare alle relazioni e alla legalità fin dalla scuola dell’obbligo; affiancare e supportare ogni vittima di violenza o persona a rischio; formare lavoratrici e lavoratori, in particolare quelli che entrano in contatto con casi di abusi e maltrattamenti; introdurre un’istruzione qualificata e specifica nelle scuole di ogni ordine e grado. La recente decisione della maggioranza di governo, che pone ulteriori ostacoli all’educazione sessuale nelle scuole, rappresenta un grave passo indietro rispetto al livello di civiltà che la nostra società concludono non solo vuole, ma deve raggiungere». Anche per Alessio Albertini, vice segretario del Partito Democratico di Verona «non è possibile che nel 2025 la protezione delle donne sia ancora affidata al coraggio individuale. È lo Stato,- aggiunge – insieme alle istituzioni locali, che deve garantire alle vittime di violenza la possibilità concreta di salvarsi. E per farlo servono risorse, strutture e una rete di sostegno che funzioni.» Albertini sottolinea la necessità di potenziare i Centri Antiviolenza, sia in termini di fondi che di visibilità. «Questi luoghi devono diventare presidi permanenti del territorio, riconoscibili e accessibili, capaci di intervenire prima che la violenza diventi irreversibile. È fondamentale supportare il loro lavoro e ampliare la copertura anche nelle aree più periferiche». Il caso di Castelnuovo del Garda fa emergere un altro tema cruciale. «Il fatto che la vittima avesse ritirato una denuncia per maltrattamenti – prosegue Albertini- deve farci riflettere. È il segnale di una solitudine profonda e una sfiducia nel sistema di protezione che spesso porta le donne a rinunciare alla difesa. Per questo-conclude Albertini va rafforzato il sistema di allerta e di intervento preventivo, in modo che segnali di questo tipo attivino immediatamente azioni di protezione e sostegno». Per Sara Gini, avvocata specializzata in tematiche sulla violenza contro le donne, «in presenza di minacce gravi, comportamenti persecutori o violenza domestica, la custodia cautelare in carcere deve diventare la regola e non l’eccezione. Quando una donna denuncia, lo fa perché ha paura, quella paura deve essere ascoltata, creduta e protetta». Per il segretario generale di Uil Veneto Roberto Toigo «si tratta di un fatto gravissimo: i numeri, seppure in discesa rispetto al passato, segnalano una situazione preoccupante. Secondo il servizio Mobbing e Stalking della Uil, si tratta del 65esimo femminicidio dall’inizio dell’anno. Una piaga che va debellata, con l’insegnamento del rispetto fin dalla scuola e nelle famiglie: non possiamo tollerare che ci si abitui alla violenza».



