Ondate di calore, notti tropicali, aria ferma, meno giornate fredde, pochissima ventilazione e quindi stagnazione di inquinanti nell’aria: non c’è un gran clima a Verona nella maggior parte delle stagioni. E soprattutto lo sbalzo tra la minima invernale e la massima estiva è molto elevata: grandi escursioni termiche non sono indice di un buon clima. Infatti nella classifica elaborata dal Sole 24Ore con 3bmeteo che prende in esame 112 città Verona si piazza al 61° posto, penalizzata principalmente appunto dalle ondate di calore (vale a dire superamento dei 30°C per almeno tre giorni consecutivi), dalla scarsa circolazione dell’aria (periodi di almeno quattro giorni con precipitazioni minime) e dai giorni freddi (temperatura massima percepita inferiore a 3°C). Nella classifica Bari si piazza al primo posto per il clima migliore, bene le condizioni climatiche nelle città del Mezzogiorno e nelle zone costiere. Molto spesso le città di mare, favorite dalla brezza, ottengono i migliori risultato. Sul fondo, invece, Caserta, Terni e Asti. L’analisi del clima ha preso in considerazione 15 parametri che rilevano altrettante condizioni meteorologiche nel periodo 2014-2024: soleggiamento, (ore medie di sole al giorno); ondate di calore (tre giorni di calore oltre i 30° sono considerati un’ondata di calore); indice di calore (giornate con temperatura percepita uguale o superiore a 30°); notti tropicali (con temperature pari o superiore a 20°); caldo estremo (giorni con 35° o più), brezza estiva; raffiche di vento; umidità relativa; circolazione d’aria; escursione termica; giorni senza pioggia, intensità pluviometrica; precipitazioni estreme; nebbia; giorni freddi; temperature. Parametri che considerano anche la rilevazione del cambiamento climatico: da un lato il “piove meno, ma più forte” emerge dal parametro dei millimetri di pioggia accumulata sul territorio in media per ciascun giorno piovoso dell’anno, in particolare nella stagione estiva (come emerge dai trend); dall’altro lato, la minore circolazione dell’aria, a causa di anticicloni più duraturi che attraversano il paese, viene misurata dai giorni annui di aria stagnante (con piogge inferiori a 1 millimetro giornaliero, vento medio sotto i 5 km/h e nebbia assente). “L’assenza di acqua o vento” nell’aria rende più difficile la dispersione degli inquinanti nell’atmosfera. Pertanto si tratta di un indicatore in grado di influenzare in modo diretto la salubrità dell’aria. Dai grafici elaborati dal 2010 al 2024 si evidenzia nettamente l’aumento delle temperature (quasi 1,5 gradi in più), l’aumento fortissimo delle notti tropicali e delle ondate di calore, l’incremento dei giorni di caldo estremo e per contro la fortissima diminuzione dei giorni freddi. Entrando nel dettaglio di Verona, innanzitutto un primo dato molto preoccupante. La temperatura media dal 2010 al 2024 è salita di 3 gradi. Sono aumentate le ondate di calore e si sono impennate le notti tropicali che nel 2010 erano rarissime. I dati più negativi sono per le ondate di calore in aumento (71° posto), per le notti tropicali (fascia oraria 0-6) con temperatura media >= 20°C, per il caldo estremo (giorni con 35° o più), scarsa la brezza estiva (78° posto) e quindi poca la circolazione dell’aria (79° posto) e di conseguenza aria stagnante e alta concentrazione di inquinanti per più giorni. A questo si aggiungono la nebbia (89°posto) e i giorni freddi (76° posto). Certo, Verona a fronte di un clima non invidiabile ha per fortuna molte risorse: in mezz’ora si arriva sul lago o sul Baldo o in Lessinia ed è un’altra vita… MB