“Verona, la bella addormentata”. IL PUNTO VERONA 2022. Parla Tommaso Ferrari “La città è ferma da 15 anni, adesso è il momento di riprendere a camminare” afferma il leader del gruppo civico che sta lavorando all’unità del centrosinistra. “C’è il progetto, aspettiamo Damiano Tommasi, ma abbiamo comunque le idee molto chiare”

Dice che Verona “è addormentata da 15 anni” e non è poi così difficile riandare indietro. E capire quello che ne pensa Tommaso Ferrari. Leader di Traguardi, gruppo civico tra i primi a credere nella perfetta unità del centrosinistra e in quel candidato, Damiano Tommasi, la cui risposta è attesa a giorni.
“Vediamo, l’idea è quella, ormai s’è detto e scritto più volte…”.
A che punto siamo?
“Come percorso, cioè come unità del centrosinistra, siamo avanti. Stiamo lavorando da un bel po’, c’è un progetto forte, credibile. Ci arriveremo uniti, stavolta”.
Quanto conta la risposta di Tommasi?
“Noi ci crediamo, per questo abbiamo puntato su di lui. Ma sarebbe sbagliato pensare a un progetto impostato solo su una persona. Il percorso è tracciato, sappiamo dove vogliamo arrivare”
Che cosa serve a Verona?
“Serve risvegliarla. Uscire dal sonno in cui è piombata 15 anni fa, proporre un’alternativa credibile, che guardi al futuro e alle sfide che ci attendono. Ne dico una sola: la transizione ecologica. Sarà fondamentale, anzi, lo è già”.
Perchè Verona si è fermata?
“Perchè ha dormito sugli allori, perchè ha pensato che grandi risultati ottenuti in precedenza le potessero bastare. E invece no. Così ha perso terreno, oltre ad alcuni punti-chiave della sua realtà. Cito l’Aeroporto, ma l’elenco è molto più lungo”.
La ricetta?
“Riprendere a scommettere sulle nostre potenzialità, ritrovare il coraggio di farlo, per archiviare questo stallo e recuperare quei talenti che, per vari motivi, in questi anni sono rimasti a guardare”.
Scusi, ma ci sono questi grandi talenti?
“Sì, ci sono, ma dobbiamo recuperarli, è compito della politica farlo. In questi anni c’è stata molta disaffezione, lo dicono anche i dati delle ultime elezioni. C’è stato uno strappo, tra la politica e la società, noi dobbiamo colmare questo strappo e lo possiamo fare solo con progetto forte, come quello che stiamo costruendo”.
Un’occhiata al campo degli altri?
“Mah, sto concentrato sul nostro… Però, vedo molte energie spese per la persona, la carica, ma poche per la città. Se il problema è Sboarina sì, Sboarina no, non ci siamo. Dove sono i programmi?”
E Tosi?
“Tosi sta facendo la sua parte, ma sul discorso-Tosi, ho una mia idea…”
Quale?
“Credo che la città abbia già visto la visione di Tosi, ha avuto modo di conoscerla. E penso, soprattutto, che Verona abbia voglia di guardare al futuro, non di tornare al passato. E di affrontare sfide nuove, non di tornare a combattere per questioni passate…”
Tipo?
“Stiamo ancora discutendo di filobus, lo facciamo da 15 anni, ormai. Ecco, questa èlacartina di tornasole delle ultime amministrazioni. Incapaci di scegliere, ma se sei incapace di scegliere non devi far politica. La politica è scelta, coraggio, idee. Senza contare altri asset fondamentali”.
L’aeroporto, poi?
“Le Banche, Cattolica, andiamo avanti? Abbiamo perso competitività, ma abbiamo perso, prima ancora, la capacità di “far squadra”. Serve una cabina di regia, per mettere assieme le risorse: Università, Fondazioni, Enti. Ognuno ha giocato e gioca una partita tutta sua. Ma questo è il momento di un nuovo inizio”.