Verona non molla Fioccano disdette sul Garda e in montagna. Ristoranti semi-vuoti. Incognite sul festival lirico. All’estero ci trattano da appestati ma non sanno proprio a cosa rinunciano. Viva il Veneto!

Ma lo sa il mondo a cosa rinuncia ghettizzando il Veneto? All’estero, anche a causa di alcune scelte scellerate di Conte e soci, ci trattano da appestati, così facendo mettono in enorme difficoltà le nostre aziende – già di per sé martoriate da uno Stato sanguisuga – ma a rimetterci sono anche tutti quei Paesi che, seguendo l’esempio del nostro, stanno terrorizzando i propri cittadini. In preda all’impazzimento generale da Coro­navirus gli importatori stranieri stanno respingendo le nostre eccellenze, come il Prosecco, i cui ordini sono crollati fino al 70% in una sola settimana. L’agroalimentare sta andando in crisi perché oltreconfine richiedono una sfilza di documentazioni di salubrità e sanificazione dei prodotti che in relazione al maledetto virus sono impossibili da ottenere. Il folle messaggio che ormai è passato dagli Stati Uniti all’Australia è che oltre a evitare i veneti va scansato anche ciò che proviene dalle sette province.

Prenotazioni e ordini in picchiata

Ristoranti e hotel vuoti. E nell’impazzimento cancellazioni anche per l’estate

PSICOSI MONDIALE
Le città sono vuote: i turisti che soggiornavano a Verona, Venezia e Padova hanno fatto fagotto, mentre quelli che avevano programmato di venire qui o se ne staranno a casa o andranno altrove, dove però faranno fatica a pareggiare il livello qualitativo della nostra offerta. In Veneto si preannuncia la Pasqua più magra di sempre: sulle montagne bellunesi e sul lago di Garda continuano ad arrivare disdette. Il Benaco, da decenni colonia tedesco-olandese, rischia di subire un colpo pesantissimo, che peraltro andrebbe ad aggiungersi al piccolo rallentamento registrato l’estate scorsa. È del tutto evidente che i governanti di certe nazioni stanno ingigantendo la situazione italiana a tutto vantaggio delle loro località di villeggiatura. Sono già arrivate le prime cancellazioni anche per l’estate. Stiamo esagerando? Purtroppo no. I numeri parlano chiaro. Daniele Minotto, presidente dell’associazione veneziana degli albergatori, ha reso noto che le disdette si aggirano sul 40%.

LICENZIAMENTI IN VISTA?
Lufthansa ha comunicato che ridurrà il numero di voli verso l’Italia, e a farne le spese saranno anche gli aeroporti di Verona e Venezia, città che in questi giorni ha assunto un aspetto spettrale. Camminare dalle parti dell’Arena è altrettanto desolante e vedremo che ripercussioni ci saranno sul festival lirico: è chiaro che all’assenza dei melomani orientali potrebbero aggiungersene molte altre dall’Europa e non solo. All’hotel Villa Fiorita, splendido quattro stelle nel Trevigiano, in 3 giorni sono pervenute 3.280 cancellazioni, da qui a ottobre. L’albergo resterà chiuso almeno fino a domenica prossima, il personale è stato messo in ferie, ma se le cose non dovessero migliorare alcuni dipendenti potrebbero essere licenziati. In provincia di Treviso è occupato solo il 4% delle stanze disponibili. Nella zona delle Terme e dei Colli Euganei il danno turistico stimato per il solo mese di marzo è di 20 milioni. Umberto Carraro, che rappresenta la categoria, le definisce «disdette emotive». Già: il fuggi fuggi è irrazionale. Ci vorrà del tempo, ma il Veneto, come ha sempre fatto, si rialzerà. I veneti si rialzeranno, più forti di prima. È scritto nel nostro Dna. All’estero ci trattano da untori? Fanno male a noi ma lo fanno anche a loro stessi. E comunque troveremo il modo di rimetterci in piedi. Anche stavolta. Duri i banchi!

di Alessandro Gonzato