Verona non si mette in mostra. Ma nelle città vicine la concorrenza è fortissima Lettere al direttore

Gentile direttore è già iniziato nella nostra città il flusso primaverile di turisti e di scolaresche. Tutti si spostano tra l’Arena e il balcone di Giulietta, raramente vanno a vedere qualcosa di diverso. E’ la conferma che la nostra città offre pochi motivi di richiamo al di fuori dei monumenti più conosciuti o di qualche grande fiera. In particolare questa primavera si sente molto la mancanza di una grande mostra di richiamo, mentre nelle città e noi vicine ci sono già eventi che meritano una escursione. Possibile che una città d’arte come la nostra si accontenti di vivere dei monumenti tramandati dai nostri antenati?
Marcello Bianchetti
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Da tempo Verona non ospita grandi mostre di forte richiamo ma questo non vuol dire che non ci siano esposizioni interessanti, anche se forse sono considerate un po’ di nicchia o dedicate ad arte concettuale poco adatta al grande pubblico.
Alla Galleria d’arte moderna, curate da Patrizia Nuzzo, troviamo la mostra di Giulio Paolini che è stata prorogata a fine agosto “Et in Arcadia Ego”, così come l’esposizione “Contemporaneo non stop-Aria”, iniziative che si inseriscono in percorsi artistici filosofici e come detto concettuali, molto moderni. Al Museo degli Affreschi c’è sempre il classico Caroto, mentre a Earth al primo piano di Eataly sono esposte opere di Bruno Munari.
Questo, fatta salva qualche dimenticanza, è quanto offre Verona ai suoi turisti per la stagione primaverile. Tanto? Poco? Problema di iniziative o di spazi?
Per gli spazi, sicuramente vanno chiarite le destinazioni della Gran Guardia e di Palazzo Forti. Il piano nobile della Gran Guardia è stato definito da Marco Goldin uno degli spazi più belli per grandi mostre: lui espose qui le enormi sculture di Giacometti. Ma è uno spazio che si preferisce destinare a show room e degustazioni di vini piuttosto che all’arte.
Palazzo Forti che era stato dato in gestione al Comune, è reclamato da Cariverona per esporre qui la sua collezione d’arte restituendo all’edificio la sua originaria destinazione di palazzo delle grandi mostre d’arte (ricordate Botero? nella foto del 2017).
Chiarito il punto sugli spazi espositivi utilizzabili, per rispondere alla domanda se è tanto o poco quello che Verona offre, proviamo a fare una panoramica nelle città vicine.
A Padova è in corso al centro culturale Altinate San Gaetano la mostra sui capolavori di Monet conservati al musée Marmottan di Parigi.
A Rovigo, Palazzo Roverella, per restare nell’arte francese, mostra con i capolavori di Toulose Lautrec mentre il 5 aprile a Palazzo Roncale aprirà una rassegna dedicata a Giacomo Matteotti di cui ricorre il centenario della morte avvenuta per mano fascista.
A Vicenza, Basilica Palladiana, la mostra dedicata a Pop e Beat mentre alle Gallerie Italia si sta concludendo l’esposizione sulle acconciature nel Rinascimento.
A Brescia c’è solo l’imbarazzo della scelta, dalle opere di Lorenzo Lotto alla Pinacoteca Tosio Martinengo alle esposizioni di grandi fotografi fino al Museo di Santa Giulia dove è allestita una mostra con ricordi della strage di Piazza della Loggia.
Al Mart di Rovereto, dal 14 aprile, si apre la mostra su Arte e fascismo, mentre a Trento appuntamenti d’arte sono organizzati a Palazzo delle Albere e al Muse.
A Mantova ha riaperto la Camera degli sposi capolavoro di Andrea Mantegna, mentre in città è in corso la BFF, Biennale di fotografia femminile e a Gazoldo degli Ippoliti da metà aprile al Museo d’arte dell’Alto Mantovano si aprirà la Biennale d’arte.
A Verona si aprono hotel di lusso, ma alla clientela che cosa si offrirà?