Sta facendo discutere molto, ma era attesa perché nella logica delle decisioni finanziarie, la scelta di Generali di vendere la propria partecipazione nell’assetto azionario di Veronafiere. Una decisione comunicata con lettera ufficiale, frutto di una revisione strategica delle partecipazioni sul territorio. Con il suo 7% (ereditato da Cattolica Assicurazioni) Generali non ha ovviamente capacità di incidere a fonte di azionisti ben più importanti come il Comune di Verona che ha il 39,483%, Fondazione Cariverona con il 24% e la Camera di Commercio di Verona che sfiora il 13%. Pertanto, la decisione di vendere dove non si conta granché è ormai una linea di condotta precisa. A norma di statuto, la parola passa ai soci che hanno diritto di opzione per l’acquisto di queste quote e la partita la sta gestendo la Camera di Commercio che potrebbe incrementare il suo 13% insieme con Cariverona anche se l’ente più interessato per materia e settore sembra essere il primo. Il Comune, nonostante la maggioranza relativa, farà fatica a trovare le risorse per acquistare una parte di quel 7%. Comunque dirà la sua in questa partita. In ogni caso, come già avvenuto in altre realtà, la vendita della propria quota non significa automaticamente un disinteresse per il territorio: Generali dovrebbe rimanere legato alla Fiera come sponsor nelle principali manifestazioni. la politica tuttavia si sta interrogando su questa scelta: non è che andiamo incontro a un indebolimento di Veronafiere? Massimo Giorgetti, in passato vice presidente dell’ente Fiera, sollecita un intervento per impedire a Generali di uscire dalla compagine azionaria: sarebbe una grave perdita. «Generali deve rimanere un socio della Fiera di Verona perché è un vantaggio competitivo avere un partner di questo tipo. Anche perché fa notare il vice coordinatore regionale di Fratelli d’Italia – siamo in pieno risiko bancario in cui si stanno ridisegnando tutti gli assetti delle maggiori banche e delle assicurazioni dei gruppi finanziari. Verona non è esente da questa situazione perché Generali è coinvolta ed è uno degli attori di questi nuovi scenari che si vanno via via formando, lasciarla scappare vuol dire isolare Verona. Il Comune anziché preoccuparsi di ragionare su come spartirsi le quote con gli altri soci, nell’interesse della Fiera, dovrebbe far di tutto per tenere qui a Verona Generali, considerato anche che lo statuto conferisce al sindaco la possibilità di nominare il presidente. Paradossalmente conclude l’esponente di Fdl sarebbe meglio che cedesse anche altre quote a Generali, pur di mantenerle coinvolte nel progetto di sviluppo della fiera di Verona, che ovviamente non può più pensare di rimanere confinata all’interno delle dei delle mura della nostra città. Lasciarla scappare sarebbe un errore fatale».
MB



