Veronetta, dalla festa alla zona rossa In questa parte di centro storico, che sta soffrendo per il maxi cantiere della filovia, scontro a distanza tra la squadra dell’ex sindaco Tosi e gli assessori del centrosinistra che invece organizzano gli spazi per un momento di rigenerazione collettiva

Tosi vuole un presidio fisso contro la microcriminalità. Ma il prefetto, a differenza di altre aree, ha detto “no” all’istituzione di una zona rossa. Così Forza Italia se la prende con Tommasi

Veronetta torna al centro dello scontro politico. Se domenica c’è stata la Festa del quartiere voluta da commercianti e associazioni della zona per dare un po’ di fiato a un quartiere che sta soffrendo per il maxi cantiere della filovia, oggi è arrivata la squadra di Tosi con Forza Italia e Fare! a ribadire il problema della sicurezza e a invocare con forza l’istituzione della zona rossa per avere più controlli, presidi fissi di forze dell’ordine per arginare furti e lo spaccio a cielo aperto di droga.
la chiusura di via XX settembre sta provocando sicuramente disagi, ma sta regalando anche una insperata tranquillità a residenti e commercianti: si è interrotto il flusso continuo di auto e autobus Atv (900 al giorno) e la prima domenica del quartiere ha consentito giochi di strada e aperitivi in strada, in attesa che oltre al maxi cantiere di via XX settembre si apra anche quello in via San Francesco e lungadige Porta Vittoria che dureranno mesi (Acque Veronesi interviene per sistemare le condutture ed evitare allagamenti), fino al prossimo anno.
Iniziativa sostenuta dall’amministrazione comunale, che ha visto la presenza dell’assessore al commercio Alessia Rotta e che sarà replicata domenica 15 giugno, magari accompagnata da altre iniziative estive.
E come contraltare a questa giornata di festa, è arrivata la conferenza stampa di questa mattina in piazza Santa Toscana dell’ex sindaco Flavio Tosi, ora europarlamentare di Forza Italia, insieme con amministratori pubblici di Fare! e commercianti della zona stanchi della microcriminalità, dello spaccio di droga a cielo aperto, tutto il giorno, dei furti, della scarsa sicurezza.
“C’è un problema drammatico di insicurezza, aumentato dal fatto che con la chiusura di via XX Settembre la zona è diventata irraggiungibile per cui le presenze si sono diradate e la scarsa frequentazione favorisce spacciatori e microcriminalità. Non ci sono presidi di forze dell’ordine, durante la nostra amministrazione era stata posizionata una camionetta fissa in piazza Santa Toscana, adesso invece il prefetto ha detto di no all’istituzione di una zona rossa”.

E i commercianti anticipano la chiusura. Con il cantiere di via XX Settembre anche gli spacciatori hanno cambiato le loro postazioni

Zona rossa che significherebbe una maggiore attenzione da parte delle forze dell’ordine, più controlli, sopralluoghi, presenze in divisa.
“Questo quartiere dovrebbe essere zona rossa e il sindaco Tommasi-prosegue Tosi- non deve limitarsi ad accogliere le decisioni del prefetto, ma deve discuterle. il sindaco è un interlocutore del prefetto su queste decisioni, ma non interloquisce”.
Ci sono esercizi commerciali che hanno anticipato la chiusura serale di almeno un’ora perché “qui quando scende la sera è terra di spacciatori e sbandati, in quelle ore diventa impraticabile la zona. E se non vedi forze dell’ordine è anche inutile che alla Santa Marta ci sia la delegazione della polizia locale”.
Elena Brunelli, consigliere di prima circoscrizione di Fare!: “In commissione sicurezza il 29 aprile abbiamo avuto notizia che il prefetto ha detto no alla richiesta, sostenuta da migliaia di firme, di istituire una zona rossa a Veronetta. Perché no? Perché ci sono poche denunce, è stata la risposta. Almeno ci fossero pattugliamenti”.
L’apertura del maxi cantiere “ha cambiato il posizionamento degli spacciatori che sono anche nel cortile della Santa Marta. Speriamo che la riapertura della galleria dlel’Embassy cambi qualcosa con una maggior frequentazione. Io stessa con la mia attività commerciale ho deciso di chiudere un’ora prima”.
Particolare la testimonianza di un commerciante titolare di una copisteria in via Cantarane: “Ho una clientela di studenti ma anche molti sbandati. Nel percorso di bastione Maddalene c’è sporcizia, degrado, spacciatori, un posto bello già rovinato. Qui servono presidi, anni fa c’era il carabinieri o il vigile o il poliziotto di quartiere oppure un’auto delle forze dell’ordine in piazza Santa Toscana. Era un deterrente sufficiente”.
Un altro commerciante racconta di aver fatto arrestare uno spacciatore-ladruncolo che è finito in questura e ha passato una notte in cella, ma al mattino se lo è ritrovato libero, in negozio: “Era venuto a sfidarmi: visto che sono ancora qua? E secondo voi la prossima volta mi rivolgo ancora alle forze dell’ordine?”.
Sì, perché anche i furti nei negozi sono ormai una routine, dall’ottico al farmacista è una guerra continua per impedire che entri qualche ladro a portar via un paio di occhiali di firma, un prodotto costoso, qualcosa da barattare poi nel mercato nero dello spaccio, in un circolo vizioso della delinquenza quotidiana. Il problema di fondo è che non si riesce a capire chi avrà la forza di fermarlo.

mb