San Martino Buon Albergo. Villa Girasole, 92 anni di bellezza. Vignolo: «E’ necessario avviare indagini rigorose sul suo stato di conservazione»

Doppio anniversario per villa Il Girasole. La «casa rotante», geniale connubio architettonico e ingegneristico costruito da Angelo Invernizzi a Marcellise sulle colline di San Martino Buon Albergo e realizzata insieme all’architetto Ettore Fagiuoli, veniva infatti inaugurata nel 1935. La villa, un unicum nel panorama delle grandi ville novecentesche degli anni Trenta festeggia, dunque, i novant’anni, segnati dal tempo che ha compromesso, anche, il movimento rotatorio sperimentato per la prima volta esattamente 92 anni fa, il 14 novembre 1933, quando la struttura ancora in costruzione compì una rotazione di 180 gradi. A celebrare questa doppia ricorrenza il convegno di studi «I novant’anni di villa Il Girasole: conservazione e rotazione» promosso a Verona dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Verona in collaborazione con Fondazione Il Girasole Angelo e Lina Invernizzi, con il patrocinio di Fondazione Cariverona. «Come architetti la sottolineatura del vicepresidente dell’Ordine, Alberto Vignolo abbiamo colto questa ricorrenza per tornare a porre l’attenzione sulla villa Il Girasole, la cui fama continua a superare l’effettiva conoscenza della villa stessa come monumento e delle sue fragilità; rispetto alle quali è necessario avviare indagini rigorose sul suo stato di conservazione. L’accostamento tra i due termini, conservazione e rotazione, vale pertanto come un interrogativo sulla loro possibile coesistenza. L’idea geniale che fu alla base della costruzione della villa, intanto, potrà metaforicamente girare con forza». Villa Il Girasole rappresenta un unicum assoluto nel panorama dell’architettura del Novecento, sintesi perfetta di ingegno, visione e coraggio progettuale le parole dell’ingegner Giulio Furlani, presidente della Fondazione Il Girasole. A Novant’anni dalla sua prima rotazione, la Fondazione desidera confermare il proprio impegno nella tutela e nella valorizzazione di questa straordinaria opera, con l’obiettivo di restituirle pienamente il suo valore tecnico e simbolico. Il convegno in programma vuole essere non solo un momento di riflessione scientifica e culturale, ma anche l’avvio di un percorso condiviso tra istituzioni, professionisti e comunità, per ridare movimento e nuova vita al sogno dell’ingegnere Angelo Invernizzi». La villa, lo ricordiamo, si compone di un basamento a pianta circolare su tre livelli e addossato al pendio naturale del terreno che, in sommità, fa da base di appoggio per un volume a L, a due piani, imperniato al centro su un corpo scala-ascensore cilindrico attorno al cui asse era possibile una rotazione completa di 360° in entrambe le direzioni.