Vincitori e vinti del voto regionale Scacco matto di Tosi che piazza Bozza, mette in imbarazzo il centrodestra, Sboarina (e parte dei sostenitori dell’ex sindaco). La Paglia (Pd) superata dalla Bigon. Casali (Fdi) è legato all’eventuale ingresso in giunta di Polato. La Lega, in città, superata dalla Meloni

I trionfatori sono due: Ste­fa­no Valdegamberi (Lista Za­ia) e Daniele Polato (Fdi). Do­po l’assessore uscente Roberto Marcato sono stati i più votati in tutta la re­gio­ne. Val­degamberi, consi­glie­re u­scen­te, è in odore di asses­sorato, lui ha già fatto sapere che qualsiasi sarà la decisio­ne del governatore gli andrà bene, ma il boom di prefe­renze lo colloca di diritto tra i papabili a un po­sto nel go­verno dell’ex Se­re­nissima. Po­lato, che ha primeggiato in una lista com­posta da pesi massimi, potrebbe essere l’uomo nuo­vo a Palazzo Bal­bi, an­che in virtù dell’expolit di Fra­telli d’Italia, che di sicuro in giunta avrà un pro­prio as­sessore. In lizza, assie­me a lui, c’è Elena Do­nazzan, al momento data per favorita per il lungo rap­porto di col­laborazione con Zaia. Ste­fano Ca­sali, primo dei non eletti con Fdi, atten­de e spera: dovesse essere Po­lato il prescelto, rientre­reb­be in Consiglio.

SORPRESE E GRANE
In tal caso siederà vicino al tosiano Alberto Bozza, el­etto a sorpresa nelle file di Forza Italia. Oppositore stre­nuo di Federico Sboa­rina (e fino all’altro ieri di Zaia), l’ex sindaco è riuscito a piazzare il suo uomo nella maggioran­za di centro­de­stra (dal quale è escluso dal­la rottura con la Lega datata 2015). E ora cosa succederà in Comune e in Regione? A Palazzo Bar­bieri Tosi continuerà a fare Tosi, quindi a picconare il sindaco al quale intende fare le scarpe il prima pos­sibile. Sboarina, però, è chia­ro che informerà Zaia, il quale potrebbe mettere Boz­­za di fronte a una scel­ta: sostegno al sindaco e alla squadra di centrodestra (dunque una presa di di­stanza dalla linea intransi­gente di Tosi), o pas­saggio all’opposizione, irrile­van­te numericamente. Il col­paccio di Tosi ha messo in crisi an­che diversi suoi fede­lissimi che ora non sanno che at­teggiamento tenere nei con­fronti della Lega e di Fratelli d’Italia (dove l’ex sindaco aveva provato a col­locare Bozza in prima bat­tu­ta).

LA SCONFITTA
Grillini a parte, ormai spariti dallo scacchiere veneto, l’al­tro grande sconfitto della tornata elettorale è il Partito Democratico. A credere nel­l’elezione più di tutti, a parte l’uscente Anna Maria Bigon (riconfermata) era stata Elisa La Paglia, la quale però è stata staccata di 3 mila preferenze. Quasi certo dell’approdo a Venezia è invece il giovane Marco Andreoli, l’anno scor­so sconfitto alle co­munali di Negrar, oggi terzo nella lista della Lega che vede però prima di lui Elisa De Berti, la cui riconferma come asses­so­re è scontata. A sorpresa entra in Consi­glio anche To­mas Piccinini della Lista Veneta Autono­mia, dove ri­mane al palo Giovanna Ne­gro. E­sclu­so, clamorosa­mente, Massimo Giorgetti (Fdi), nonostante la buona per­formance (7.133 voti). Niente da fare neanche per i compagni di partito Claudio Valente e Massimo Ma­riot­ti.

AMMINISTRATIVE
A Lorenzo Fontana, segre­tario della Liga Veneta e arte­fice dell’elezione di Sbo­arina, le dovute riflessioni: Fdi (17%) in città è diventato il primo partito. Si votasse oggi la Lega (non stiamo parlando della Lista Zaia), non a­vrebbe la forza di imporre il proprio can­didato. Discorso diverso, ovviamente, se en­trasse in campo la civica del governatore.

RIMPASTO E NOMINE
Usciti Polato e Filippo Ran­­­do (altro grande vinci­tore assieme a Filippo Ri­go, entrambi Lista Zaia), è caldo il nome del consigliere for­zista Stefano Bianchini, vic­ino a Polato. Andrea Bassi invece andrà quasi sicu­ra­mente a presiedere Verona­mer­cato. Non si escludono no­mi clamorosi per Agsm.