Zaia: “Reggiamo grazie al vaccino” 14 malati gravi su 15 non sono vaccinati. “A ottobre 82% con almeno la prima dose”

I dati dimostrano che dove non c’è il vaccino, il virus mette radici. Non è finita, ma ne verremo fuori, perché abbiamo visto brutto tempo peggiore”. Lo ha dichiarato il presidente del Veneto, Luca Zaia, nel corso della conferenza stampa per fare il punto sulla situazione Covid. “Non si tratta di terrorizzare nessuno”, ha sottolineato Zaia, “ma dobbiamo fare attenzione agli as­sembramenti e indossare la mascherina quando si verificano”. Oggi sono stati comunicati 1.043 casi di positività. In isolamento ci sono 11.927 persone e i ricoverati totali sono 159, dato in calo di 9 unità. Diciassette i posti di terapia intensiva occupati, uno in meno di ieri. Nessun nuovo decesso. “L’ondata in corso ha ca­ratteristiche assolutamente anomale rispetto al­le precedenti”, ha spiegato il governatore, “credo sia innegabile che ci sia­no almeno un paio di aspetti che sono atipici: il primo è che i tassi di ospedalizzazione sono bassi, il rapporto tra contagiati e ospedalizzati non è in linea con quanto accaduto fino a oggi. Il secondo aspetto è la quantità importante di asintomatici. Siamo davanti a due fattori di novità che sono dettati in buona parte dalla presenza delle vaccinazioni. Dal 22 al 28 luglio ci sono stati 4.157 casi, di questi i non vaccinati sono 2.821, i vaccinati parziali sono 510 e i vaccinati completi sono 825. Il dato interessante”, ha proseguito Zaia, è quello dei ricoveri in terapia intensiva, solo 1 era vaccinato, 15 invece non erano vaccinati, mentre i ricoveri in area non critica sono 26 i vaccinati e 101 i non vaccinati”.
Il modello matematico della Regione prevedeva 1.500 casi questa settimana e invece sono stati mille. Sull’ipotesi dell’avvio di una terza dose di vaccino Zaia è stato pungente: “Vedo che il mondo scientifico ha già iniziato il suo valzer estivo. Si chiudano in una stanza, facciano un conclave, de­cidano e ci dicano se dobbiamo fare la terza dose oppure no. Che non venga fuori che la politica de­cide delle dosi”.
“Fare la terza dose’, ha precisato Zaia, “vuol dire rimettere a zero il contatore e ripartire per arrivare ad altre 5 milioni di dosi da inoculare in Veneto. Qui il mondo scientifico deve dirci quanto durano le co­perture anticorpali, deve dirci se il guarito deve avere veramente una vaccinazione oppure no. Sapete che c’è Israele che sta facendo questa scelta, ma anche la Gran Bretagna ha annunciato la terza dose, e vi ricordo che sono partiti con Astrazeneca, quindi immagino continuino con Astrazeneca”.
Capitolo scuola. Ne ha parlato l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin. “Le misure non sono nostra competenza, sono a indirizzo nazionale. Ci sono giovani che accedono alla vaccinazione, ma è una scelta libera e volontaria. Noi ci stiamo attrezzando af­finché la scuola apra in presenza, facciamo app­ello agli irriducibili fra gli operatori affinché valutino di vaccinarsi. Poi misureremo il grado di circolazione del virus negli istituti con i tamponi nelle scuole. E’ arrivato un documento del ministro dell’Istruzione Bianchi. Con le altre Re­gioni ci siamo presi una settimana per entrare un po’ più nel merito e analiz­zarlo: mercoledì verrà pre­sentato nella Conferenza delle Regioni. Questo testo raccomanda la vaccinazione ma non tocca l’obbligatorietà e riconferma le misure di prevenzione del contagio da a­dottare a scuola”.