Zaia: «Sarò capolista in tutte le province». Ha ribadito il suo fastidio sul veto messo dagli alleati: «Dopo Zaia, scrivi Zaia. Auguri»

L’annuncio è arrivato dal PalaGeox di Padova all’apertura della campagna elettorale per Alberto Stefani alle regionali del 23 novembre. A darlo lo stesso Zaia che nei giorni precedenti si era lamentato per i veti usciti sul suo nome. Dopo aver ricordato i tre carabinieri morti nell’esplosione del casolare di Castel D’Azzano, omaggiati con un minuto di silenzio, ha annunciato che si candiderà capolista in tutte le province venete a sostegno di Alberto Stefani presidente. «Se prima si diceva ‘Dopo Zaia, solo Zaia’, adesso si dirà: Dopo Zaia, scrivi Zaia. Auguri!». Il governatore uscente, parlando in dialetto, ha ricordato che «è stata una bella avventura, so che lascio in buone mani l’amministrazione. Ma i protagonisti non sono politici e amministratori ma sono i cittadini, questo bisogna sempre ricordarselo. lo ho sempre messo al centro dell’attenzione il cittadino perché il cittadino è e deve essere l’attore protagonista». A mettere il cappello sulla candidatura di Alberto Stefani ci ha pensato Matteo Salvini, reduce dalla deludente performance in Toscana. Hanno lasciato il segno le parole di un veneto doc come il presidente della Camera Lorenzo Fontana che, alla vigilia del tracollo in Toscana, rispondendo a una domanda sul ”vannaccismo” (il ruolo preponderante avuto dal vicesegretario ed europarlamentare Roberto Vannacci) invitava ad «abbassare di una tacca il livello» e a utilizzare «meno slogan». II risultato della Toscana mostra che «forse bisogna rivedere qualcosa» perché la Lega deve continuare a essere «il partito dei territori», punge Attilio Fontana, il governatore lombardo che già aveva pubblicamente espresso più di un dubbio sull’ex generale. «E’ una delle più grandi gioie» avere il candidato leghista, esordisce Salvini sul palco, non negando che la ”battaglia” sia stata dura per spuntarla sul partito di Giorgia Meloni. Quindici anni di governo di Zaia ”lasciano il segno” e ”non sarà semplice” raccogliere il testimone, sottolinea il leader osservando che il giovane Stefani è nato quando lui già aveva preso la tessera della Lega. «Il governatore più giovane d’Italia», lo chiama pur esibendo una certa scaramanzia. Salvini rivendica l’Autonomia, che sta per raggiungere «le prime pre intese nelle prossime settimane», per assicurare che la sua Lega non si è affatto allontanata dai suoi valori fondanti. Al lancio ufficiale della campagna elettorale in favore di Alberto Stefani, era presente tra gli altri il segretario provinciale della Lega Paolo Borchia. «Se un elettore su due non va a votare -, ha detto -, qualche motivo ci deve essere. Per questo la Lega punta a una campagna che parta dall’ascolto dei territori, delle categorie, e arrivi a proporre un progetto volto ad accompagnare la prossima amministrazione regionale su temi forti quali il sociale, l’ambiente, la sicurezza, il sostegno al tessuto produttivo, alla sanità e ai giovani di tutto il Veneto. Queste le tematiche che staranno al centro del programma della prossima amministrazione. L’astensionismo conclude l’europarlamentare e capo delegazione a Bruxelles si combatte con il coinvolgimento e con inventiva, ma sopratutto tornando nel territorio, luogo in cui è la Lega è nata».