Zaia vuole evitare l’ “effetto Hong Kong”. Veneti eccezionali Il governatore elogia il comportamento tenuto finora però mette in chiaro: «Prima di Pasqua nessuna riapertura. Poi vedremo il da farsi...»

Nessun trionfalismo, il ma­­ledetto virus c’è ancora, ec­come, fa dannatamente pa­ura, gli ospedali continuano a lavorare senza sosta, ma la situazione da qualche gior­no pare in miglioramento. Nessuna certezza co­mun­­que, che abbiamo im­parato a diffidare dai dati giornalieri. Il governatore Zaia, tuttavia, intravede la luce. «La situazione» ha di­chiarato durante la classica conferenza stampa di fi­ne mattinata «non è quella delle giornate in cui avevamo 18-20 persone che en­travano in terapia intensiva al mattino e altrettante la se­ra. In ogni caso abbiamo allestito 825 nuovi posti di terapia intensiva e ne predisporremo altri. Non si deve abbassare la guardia» ha tenuto a sottolineare il presidente della Regione. «Og­­­­gi il dato è positivo, ma non dà ancora una tendenza. Questo risultato è il frutto del comportamento dei veneti, che sono stati eccezionali». Zaia, interrogato dai cronisti, si è soffermato sul tema del post “quarantena”: «Dobbiamo evitare il caso di Hong Kong, una volta che si riapre, si riapre e basta».

A Hong Kong, dopo la rimozione di gran parte delle misure restrittive, si è immediatamente registrata una nuova ondata di contagi che ha portato a una nuo­va serrata. «La nostra è una comunità produttiva e non finanziaria» ha detto Za­ia «e non potrebbe reggere un’apertura a singhiozzo. Per questo è fondamentale studiare un atterraggio morbido, con le mascherine e le distanze, le immunità, finché arriveremo a riappropriarci delle nostre vite, ma sarà un percorso, non avverrà dall’oggi al domani. Sarebbe un successo co­minciare a programmare qual­cosa dopo Pasqua, ma tutto dipende dai dati epidemiologici. Il governo prorogherà tutto fino al 13 aprile, in questo momento non ci sono condizioni per riaprire strade e fabbriche con un con­tagio che c’è e che, for­se, è solo sopito. Penso che dobbiamo fare in mo­do che si cementifichi la diga ri­spetto al virus» ha ag­giunto il governatore «e poi bisogna far sì che le imprese riescano ad aprire. Il test sierologico che sperimenteremo va in questa direzione, si rivolge proprio ai lavoratori, sarà utile alle imprese per avere la “pa­tente di immunizzato”». Infi­ne Zaia, a prescindere da ciò che deciderà il premier Conte nelle prossime ore, ha messo in chiaro che il Veneto confermerà tutte le misure restrittive adottate fi­nora, compreso il divieto al­le passeggiate se non per necessità e nel raggio di 200 metri da casa. Concetto ribadito anche dal sindaco di Verona Sboarina: «È il momento più difficile per la nostra città e per la provincia. Abbiamo superato Pa­dova nel numero dei positivi: dobbiamo resistere ulteriormente. Rimangono in vi­gore tutte le misure e i divieti: dalle corsette alle passeggiate, bisogna uscire so­lo per necessità e per motivi urgenti. Passeggiate genitore-bimbi della circolare del Viminale? È un messaggio equivoco» ha affermato il sindaco. Difficile, praticamente impossibile dargli torto.

A.G.