600 alberi abbattuti: ora non tagliamone più. Ricordiamocene La devastazione dello scorso fine settimana ha cancellato parte del polmone verde della città. Serviranno anni prima che le nuove piante sostituiscano per dimensione quelle crollate. Speriamo che per fare spazio ai cantieri non ne vengano tagliate ancora

Nella nostra provincia la furia della natura ha ab­battuto seicento alberi in una manciata d’ore. Tron­chi secolari e dalle enormi radici sono venuti giù come fuscelli sotto la grandine e le raffiche di vento oltre i cento chilometri orari. L’im­magine simbolo della di­sgrazia è la caduta all’in­terno del Giardino Giusti del cipresso cantato da Goethe. Si cercherà di salvarlo, speriamo. An­ch’es­so era un pezzo di storia. Le in­temperie hanno abbattuto anche i cedri mo­numentali e il vecchio pino di Santo Stefano non c’è più. I vigili del fuoco e la pro­tezione civile stanno lavorando alacremente da giorni per rimuovere le piante dalle strade e dalle abitazioni. I pompieri, 550 gli interventi eseguiti da sa­bato pomeriggio, purtroppo dovranno tagliare anche gli alberi pericolanti. Insom­ma, il bilancio si aggraverà ulteriormente. È stata ri­battezzata “la strage delle piante”. Formula retorica, ma la sostanza è quella. D’un tratto il panorama di Verona è cambiato. Gli arbusti verranno sostituiti ma ci vorranno anni, in alcuni casi decenni prima che il verde torni quello di prima. Nessuno ha colpe di fronte a un disastro simile. Discorso diverso invece per la scarsa e in alcuni casi nulla pulizia delle ca­ditoie che hanno favorito gli allagamenti. E però non può essere taciuto il fatto che prima di questa scia­gura a Verona erano già stati tagliati decine di alberi in nome del filobus (ma non solo), opera che chissà come e quando verrà u­ltimata. Per settimane ci so­no state vibranti proteste anche da parte di chi non ha mai fatto parte di co­mitati cittadini o associa­zioni ambientaliste. Il taglio massiccio del verde pub­blico era diventato l’argo­men­to di punta in città. La discussione si era fatta piuttosto animata anche sui social. L’amministrazione cittadina è stata costretta a correre ai ripari pian­tu­mando le aree diventato di colpo grigie: anche in questo caso però serviran­no anni per riavere il verde di prima. Passato il mo­mento caldo, degli alberi della nostra città non ne ha più parlato nessuno o quasi. Ecco: sarebbe il momento che tutti ri­ve­dessimo alcune priorità.