Quando l’Hellas sfidava il mitico Bayern Subito dopo Italia-Germania 4-3, Muller e Beckenbauer scesero in campo a Verona

Raffaele Tomelleri

Gli eroi dell’Azteca al Bentegodi. La madre di tute le partite era ancora lì, negli occhi di tutti. Due mesi prima, Italia-Germania 4-3. Gerd Muller capocannoniere. Franz Beckenbauer eroico con la spalla lussata, in campo fino all’ultimo. Era già leggenda. Due mesi dopo, Verona-Bayern.
E’il 28 agosto 1970. E sul pulman che parte, lì dalla sede del Bayern, salgono anche Gerd Muller e Franz Beckenbauer. E pure un certo Sepp Maier, il portierone, quello che sul tocco di Rivera, il 4-3, era andato “dall’altra parte”. Calcio d’altri tempi, sia chiaro. Giocatori e uomini veri, quelli che, finito il mondiale, non chiedevano vacanze supplementari, ma giocavano pure le amichevoli. “Figuratevi – pensavano i tifosi del Verona – verrà qua il Bayern delle riserve”.
E invece no. Perchè il rispetto viene prima di tutto. Il Bayern era reduce da un match con l’Inter, sulla strada per Monaco, ecco lo stop a Verona, magari pure per passare un giorno sul Garda.
E al Bentegodi, figuratevi l’assalto dei deutsch in vacanza sul lago. Don Saverio Garonzi si fregò le mani. “Femo ‘n incasso record”, sussurrò a Fiumi, il segretario. L’Hellas sognava col Gringo Clerici. Se n’era andato Gianni Bui, ma era arrivato Mujesan. E poi anche Moschino. In panchina, Renatone Lucchi.
Lo speaker annunciò le formazioni. C’era da tremare, ilBentegodi con più di ventimila, era un’amichevole d’estate. Pareva di essere in Artena, per la stagione lirica. Tutti i tedeschi del Garda, piombarono a Verona. Un assalto ai biglietti, alle birre, al Bentegodi. “Numero 1, Maier”…, 5 Beckenbauer… 9 Muller…”. Sì, c’erano davvero. Poi il Verona, lo speaker alzò leggermente la voce: “1 Pizzaballa, 2 Sirena, 3 Nanni, 4 Ferrari, 5 Batistoni, 6 Mascalaito, 7 Mazzanti, 8 Moschino, 9 Clerici, 10 Mujesan, 11 Mascetti”. Mister Lucchi s’era divertito a dare numeri un po’ strani, “così confondiamo le idee ai tedeschi”.
.Il Bayern parte subito forte, l’Hellas si difende. Pizzaballa resiste 41 minuti, poi si arrende a tale Koppenhofer. Neanche 3 minuti e Ferrari, firma l’1-1. Ripresa, ancora Bayern. Passano 16 minuti, ancora Bayern con Brenninger, ma allora sale in cattedra Gringo Clerici, maglia numero 9, destinato a diventare un idolo. Clerici fa 2-2 al 19′, il Bentegodi esplode. Non è finita. E Muller? Eccolo, gli basta un attimo, come sempre. Il cross, lui che gioca d’anticipo, brucia Batistoni e infila Pizzaballa.
E’ 3-2, “adesso è finita, pensano in tanti”. Non lui, Gringo Clerici. Prende palla al limite, si gira sul sinistro ed esplode una bomba che gela Maier: 3-3. Applaudono anche i deutsch perchè i campioni appartengono a tutti. E perchè la notte del Bentegodi è una notte di festa. Di birra.Di gol. Di speranze. Di ricordi. Di struggente nostalgia. C’era una volta al Bentegodi il calcio di Muller e Beckenbauer. Tornerà?