“Addio Renato, simbolo di un’epoca” Il suo "Caffè amaro" resterà per sempre indimenticabile. "E' stato davvero un grande"

Cinquantatre anni dopo «Caffè amaro», Renato dei Kings ci ha lasciati. Aveva registrato l’anno scorso una nuova canzone che parla della nostra città, dedicata a tutti i suoi fans: «Verona sono qui con te». Renato Bernuzzi, settantacinquenne ex cantante dei Kings (avrebbe compiuto 76 anni il prossimo 28 dicembre), dopo sessant’anni di musica era ancora attivo e pronto a stupire.
Quale persona poteva essere più giusta per rappresentare la nostra città, se non l’icona del beat veronese, il cantante che tutti conoscono nella nostra provincia come il divulgatore di «Caffè amaro», Renato? Grazie alla canzone del 1967, scritta da Ennio Ottofaro e Pierpaolo Adda ex chitarrista e batterista dei Kings, è diventato la voce più famosa del beat veronese.
Il cantante aveva iniziato a farsi conoscere negli anni ‘50 appena sedicenne come leader dei Misfits, protagonista al Festival degli sconosciuti di Ariccia dove riceve un contratto discografico con la Durium, con cui incide due 45 giri.
Nel 1965 rimpiazzò Dino con i Kings e il successo diventò nazionale. Vennero così un lp e tanti singoli, tra cui «Caffè amaro», l’inno della Verona Beat. Aveva anche gestito un locale diventato celebre perchè, tra i primi, aveva lanciato il karaoke, “importato” dal Giappone.
Fino all’ultimo è stato un punto di riferimento Non solo per quel Caffè amaro, che resta il suo marchio di fabbrica, il simbolo di un’epoca.

Roberto Ceruti