“Al lavoro per scoprire gli assassini” Il premier Draghi ha accolto ieri sera a Roma le vittime del vile agguato in Congo

Ieri sera alle 23 il Presidente del Consiglio Mario Draghi, insieme ai ministri Luigi di Maio, Lorenzo Guerini e a tutte le più alte autorità delle Forze dell’Ordine, ha accolto all’aeroporto di Ciampino le salme dell’Ambasciatore italiano in Congo, Luca Attanasio, e del carabiniere Vittorio Iacovacci.

LUCA ATTANASIO, CHI ERA
Si era laureato all’Università Bocconi con il massimo dei voti e la sua carriera da diplomatico, a soli 44 anni, era già invidiabile: partito dalla Farnesina, si è spostato a Berna, in Svizzera, come responsabile dell’ufficio economico e commerciale presso l’Ambasciata. Dopo la Svizzera Era stato a Casablanca, in Marocco, dal 2010 al 2013, anno in cui ha fatto ritorno nel Belpaese e dove per due anni ha ricoperto incarichi di prestigio presso il Ministero degli Esteri. Dal 2015 in fino al tragico giorno, invece, ha prestato servizio prima ad Abuja, in Nigeria, come primo consigliere e successivamente a Kinshasa, in Congo.

L’UOMO DELLA DIPLOMAZIA. “Fare l’ambasciatore è un po’ come una missione. Quando sei un rappresentante delle istituzioni hai il dovere morale di dare l’esempio”. Le parole di Attanasio fanno capire quanto egli era impegnato a fare il suo lavoro seriamente, avendo come principi la promozione della pace e una diversa narrazione del “continente nero”, sempre rappresentato dal mainstream come guerrigliero, instabile, intriso di cellule terroristiche appartenenti all’ISIS.
ATTENTATO TERRORISTICO O BANDITI? Le ipotesi sono molte, dal Congo arrivano reciproche “accuse tra Kinshasa e ribelli hutu delle Forze democratiche per la liberazione del Ruanda Fdlr-Foca”, come riporta AGI. Differente, è, invece, il rapporto dei servizi segreti italiani che, sempre secondo AGI “non escludono il coinvolgimento della Allied Democratic Forces “di origine ugandese”, viste le loro ultime adesioni al terrorismo di matrice jihadista.

In un primo momento il Governo Congolese ha additato l’omicidio a alle Forze democratiche per la liberazione del Ruanda, ma in un secondo momento gli esponenti di questo gruppo hanno smentito ogni loro coinvolgimento e hanno chiesto all’ONU, con la missione Monusco, di fare luce su questo terribile avvenimento. La RDG, come ricorda l’AISE, “l’evento si inserisce in un contesto securitario di estrema fragilità, che caratterizza l’area del Kivu del Nord negli ultimi 20 anni”, dimostrando quindi come la situazione sia molto delicata e debba essere approfondita nel dettaglio per non lasciare campo alle speculazioni politiche. Come se non bastasse, nell’insidia in cui è morto Attanasio, sono stati rapiti anche tre funzionari dell’ONU che accompagnavano l’Ambasciatore. Stando a quanto riportato dalle agenzia, il personale delle nazioni unite potrebbe essere stato liberato, ma ciò è stato appreso in via del tutto ufficiosa, cioè senza conferme da parte delle autorità. Il Congo, da parte sua, ha deciso di inviare un suo uomo di fiducia in rappresentanza della massima autorità congolese, Felix Antoine Tshisekedi Tshilombo, per aiutare le autorità italiane nelle indagini.

IL DOLORE. “È una grande perdita per la sua famiglia, per la moglie Zakia Seddiki e per le sue tre figlie. Lo piange anche la Repubblica democratica del Congo, l’Africa per l’Italia”, come ha dichiarato l’omonimo giornalista Luca Attanasio.“L’ambasciatore era un giovane diplomatico molto impegnato a favore della pace – conclude il giornalista – e per promuovere una narrazione diversa sul continente, che non sia solo guerre e negatività”.

Christian Gaole