Allarme inquinamento. Smog, i pericoli per la salute: parla Carlo Pomari, pneumologo Continua l’allerta rossa con valori record di Pm10. Targhe alterne? Mascherine? L’esperto: “Meglio proteggersi ed evitare attività fisica in città. I rischi a livello cardiaco e polmonare aumentano se la qualità dell’aria è pessima. Troppa sottovalutazione’’

Una settimana al veleno. Ammorbati da smog e polveri. Ma la colpa è dei jet, la colpa è della Cina, la colpa è degli Usa, la colpa è del clima, la colpa è della guerra, la colpa è sempre di qualcun altro. Dopo giorni e giorni di allerta smog che assedia la pianura padana, ci si sta abituando anche a respirare il veleno, incuranti dei dati sanitari, vedi altro articolo, che ci dicono impietosamente quando l’aria inquinata danneggi la nostra salute e quante morti vengono provocate o accelerate dallo smog. Anche ieri i valori di Pm10 che irritano i nostri bronchi e i nostri polmoni finendo poi nel sangue erano a livelli da allerta rossa, oltre i 100 microgrammi al metro cubo. E che si fa? Nulla, si dà la colpa a qualcun altro, con un senso di ineluttabilità scoraggiante. Nonostante ci siano enti, istituzioni e assessorati che fanno grandi battaglie (elettorali? propagandistiche?) per un futuro green, per la sostenibilità ambientale, per la transizione verso un mondo più pulito. Però qui alla fine se non arrivano pioggia e vento non se ne viene fuori. Emissioni da traffico e da riscaldamento sono le cause principali di questa situazione, forse è anche vero che riducendo le auto in circolazione e spegnendo le stufe a pellet non si risolverebbe nulla, ma esiste anche uno scopo educativo e preventivo che andrebbe divulgato nella popolazione. Bastano le misure in atto oggi? O le amministrazioni comunali e sovracomunali potrebbero fare di più? Qualche esempio. Cosa si poteva fare ieri? Che cosa si potrebbe fare da domani? Nonostante i valori altissimi di inquinanti, si è consentito di svolgere regolarmente venerdì sabato e domenica e lunedì tutte le sfilate di Carnevale con decine di trattori a gasolio in deroga. Risultato: il dato degli inquinanti rilevato alla centralina Arpav di Giarol Grande non solo non cala, ma è ormai stabile sopra la soglia di allarme. Andiamo avanti così? Il traffico è stato limitato? A parole sì, in realtà è uguale a sempre. L’enorme quantità di deroghe non può essere ristretta con norme più severe? O tutte queste deroghe vanno bene? Uso l’auto, si dice, tanto in qualche deroga rientro anch’io… Si potevano inserire in via eccezionale le targhe alterne al mattino e al pomeriggio? Perché no di fronte a una situazione straordinaria? Il Comune prepara un piano per le zone 30, ma c’è un problema di tempistica: gli interventi servono adesso. Un esempio: in Svizzera, Canton Ticino, in caso di allerta smog in autostrada non si possono superare gli 80 chilometri all’ora. Verona ha due autostrade percorse da migliaia di camion, veicoli commerciali e auto: non si era parlato di barriere verdi anti smog? E di provvedimenti di limitazione della velocità in caso di emergenza ambientale? (mb)

Pochi controlli e pochi investimenti

Le campagne per il controllo dei gas di scarico sono ormai nel dimenticatoio eppure transitano sulle nostre strade migliaia di Tir provenienti dai Paesi meno ricchi del nostro che sono vecchi, puzzolenti, inquinanti. Qualcuno li controlla? Abbiamo autobus a metano e aspettiamo il filobus, ma nel frattempo circolano corriere in tutta la provincia (e transitano per la città) così antiquate che quest’anno rischiano di essere fermate per legge. E gli investimenti per il rinnovo del parco mezzi per il trasporto pubblico? Sono solo alcuni esempi, sicuramente insufficienti ma eloquenti, per far capire come ogni volta ci si trova impreparati e con armi spuntate di fronte alle emergenze, senza soluzioni almeno parziali, ma solamente con grandi progetti non realizzati e tante chiacchiere. (mb)

L’intervista. Carlo Pomari pneumologo

“E’ vero, la gente sottovaluta la situazione di allarmante inquinamento dell’aria e non sa come comportarsi. Ma alcuni consigli sono fondamentali”. Carlo Pomari è responsabile dell’Unità semplice di Pneumologia all’ospedale di Negrar e ha condotto numerosi studi scientifici sulla epidemiologia di alcune patologie respiratorie, prima fra tutte la Broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco). “Dopo il Covid se si dicono alcune cose si rischia di passare per allarmisti e non vieni ascoltato. Ma la situazione dell’aria oggi è preoccupante, la letteratura scientifica ha dimostrato che l’alta presenza di Pm10 nell’aria e di sostanze inquinanti irrita i bronchi, fa aumentare il rischio coronarico, peggiora la situazion di chi soffre di Bpco, riacutizza le patologie asmatiche, quindi si deve fare attenzione. Il tumore al polmone ha una correlazioen dimostrata non solo con il fumo ma anche con l’inquinamento”. C’è chi fa running in città… “Da sconsigliare. Se si vuol fare attività fisica meglio andare dai 200 metri di altitudine in su. Non sui lungadige. Meglio al mattino presto quando c’è meno pulviscolo”. Abbiamo le mascherine ereditate dal Covid: possono servire? “Per chi soffre di disturbi respiratori senz’altro sì, aiutano a prevenire le infezioni, è stato dimostrato”. La salute dei veronesi è paggiorata sotto questo profilo? “Lo studio che abbiamo condotto per la Bpco ha dimostrato una incidenza ben superiore a quella stimata: il 9% della popolazione rispetto a una stima del 4%. Significa che i problemi respiratori sono sottovalutati e sottostimati e non sono legati per forza al fumo da sigaretta”. Che fare dottor Pomari contro questi livelli di smog? “Cambiare la mentalità. Non si può aspettare che sia la pubblica amministrazione che ti imponga di andare in autobus e lasciare a casa l’auto, dobbiamo essere noi a cambiare abitudini mentre l’amministrazione deve preparare le infrastrutture necessarie per avere una mobilità meno inquinante. Mettere una pezza una volta ogni tanto, in emergenza, serve a poco”.