Ancora la mano de Dios L’Argentina in festa come nel 1986

Ancora la mano de Dios, sì, è bello pensare questo, dopo una partita così.
La mano de Dios che non ha mai abbandonato l’Argentina, che l’ha sempre sorretta, coccolata, accarezzata.
L’ha fatto anche ieri, dapprima all’inizio quando non c’era partita e la Francia sembrava sparita dal campo.
L’ha fatto più tardi, quando la partita è ricominciata all’improvviso e l’Argentina appariva improvvisamente stanca, smarrita.
L’ha fatto ai supplementari, quando ha ridato a Messi e compagni la forza per rialzare la testa, per sognare ancora, per toccare la Coppa.
L’ha fatto all’ultimo minuto, quando il portiere matto ha parato quello che non si poteva parare e serviva davvero la man de Dios. Kolo Mouani ha avuto la palla del4-3 e solo la “mano de Dios” poteva evitarlo.
La mano de Dios c’è sempre stata, perchè solo Dieguito e quello che è stato poteva dare a Leo Messi, di nuovo, all’improvviso, quando serviva, tutta la sua straordinaria bellezza. Come se il dio del calcio fosse tornato a giocare. Aveva il 10, la maglia dell’Argentina. Come una volta. Trentasei anni fa.