Si è svolto a San Bonifacio lo sciopero contro la prospettata privatizzazione dell’Ambito Territoriale Ven 27 Est Veronese, una scelta che, secondo i sindacati di Cgil, Cisl e Uil, rischia di compromettere la natura pubblica del servizio e la qualità delle prestazioni rivolte alla cittadinanza. Lavoratrici e lavoratori del comparto sociale hanno aderito numerosi, affiancati da colleghe provenienti dalle cooperative, presenti per manifestare solidarietà e preoccupazione per un processo che secondo gli organizzatori potrebbe ripercuotersi negativamente su tutto il sistema dei servizi. Alla mobilitazione erano presenti anche cittadini e rappresentanti politici, segno di una forte attenzione pubblica sul destino dell’ATS. Allo sciopero hanno partecipato i rappresentanti sindacali: Marco Bognin, Segretario Generale UIL FPL Verona; Valentino Geri, Dirigente FP CGIL e Giovanni Zanini, Segretario Generale CISL FP Verona. Le ragioni della protesta sono state in più riprese comunicate a tutti i sindaci sia dai sindacati di categoria ma anche dei confederali e dai pensionati, sottolineando che il problema è attenzionato da più profili. La mobilitazione è nata dalla volontà di impedire una privatizzazione che potrebbe produrre effetti gravissimi. I sindacati parlano di Rischio di trasformazione dell’ente in una Società di Capitali con assoggettamento alle sole logiche di mercato; di indebolimento della natura pubblica e sociale dei servizi, che verrebbero gestiti con criteri di profitto e non di tutela della persona; di perdita di garanzie e diritti per il personale, che da pubblico verrebbe trasformato in privato, con peggioramento delle condizioni di lavoro e riduzione delle tutele; con aumento del rischio di frammentazione organizzativa, con conseguente discontinuità del servizio e riduzione della qualità degli interventi e un possibile incremento dei costi per la collettività, in assenza dei meccanismi di controllo tipici della gestione pubblica. Per non parlare di una maggiore instabilità per utenti, famiglie e comunità, che potrebbero subire ritardi, minore accessibilità e un indebolimento dei servizi territoriali e dello spostamento della governance dal pubblico al privato, con una perdita di controllo democratico su un settore delicato come il welfare locale. I sindacati hanno lanciato un messaggio chiaro: i servizi sociali devono restare pubblici. «Come organizzazioni sindacali – hanno detto – ribadiamo che non è possibile permettere che un settore così delicato venga privatizzato, mettendo a rischio non solo le lavoratrici e i lavoratori, ma anche i cittadini, che potrebbero subire gli effetti di una gestione orientata al mercato anziché alla tutela della persona». I sindacati hanno annunciato inoltre che quella di lunedì è solo la prima di una serie di iniziative: se non ci saranno novità positive e un cambio di direzione, verranno messe in campo nuove e più incisive azioni di mobilitazione già nelle prossime settimane. «La partecipazione allo sciopero – hanno concluso – testimonia una volontà forte e trasversale: difendere la natura pubblica dei servizi sociali dell’ATS Ven 27 è un interesse collettivo, che riguarda l’intero territorio».



